ORARI DI APERTURA

Lo sportello legale dell'Ambasciata dei Diritti e l'osservatorio contro le discriminazioni sono in via Urbino, 18 - Ancona. Per appuntamenti o informazioni potete conotattarci scrivendo a ambasciata@glomeda.org

Contrasto al terrorismo e allontanamento di cittadini dell’Ue per motivi imperativi di pubblica sicurezza

Approvato dal Consiglio dei Ministri il decreto legge presentato dal ministro Amato
Sono due i provvedimenti adottati, su proposta del ministro dell'Interno Giuliano Amato, dal Consiglio dei Ministri del 28 dicembre 2007. Il primo è uno schema di decreto legge recante 'misure urgenti in materia di espulsioni e di allontanamenti per terrorismo e per motivi imperativi di pubblica sicurezza'. Il secondo è uno schema di decreto legislativo corretivo del decreto n. 30 del febbraio 2007 recante attuazione della direttiva 2004/38/CE relativa al diritto dei cittadini dell’Unione e dei loro familiari di circolare e soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri. L'insieme dei due decreti ripropone, in sostanza, i contenuti del decreto originario sugli allontanamenti così come era stato approvato dal Senato, ma senza la citazione sbagliata del Trattato di Amsterdam e con l'aggiunta di norme che riguardano l'espulsione dei sospetti terroristi.

"Nello schema di decreto legge - ha detto Amato - si trovano in primo luogo norme legate all'espulsione di sospetti terroristi, perchè con il 31 dicembre 2007 vengono a scadere alcune norme del cosidetto decreto Pisanu". "Una di queste norme in particolare - ha aggiunto il responsabile del Viminale - prevedeva che il ministro dell'Interno potesse espellere, per sospetto terrorismo, con provvedimento dotato di effetto immediato e non soggetto a convalida giudiziaria". "Noi abbiamo reso permanenti quelle norme, ma abbiamo anche introdotto la convalida del giudice monocratico per rendere la procedura più garantista".

Sul confronto tra il decreto legge approvato il 1 novembre e quello varato nell'odierna riunione del Consiglio dei Ministri, il responsabile del Viminale ha rilevato che "l'unica area di sovrapposizione tra il decreto approvato oggi e il precedente è quella relativa all'allontanamento per motivi imperativi di pubblica sicurezza, ed è una sovrapposizione che riguarda il tema e non le norme". "Si tratta - ha spiegato il ministro - di decreti formalmente e sostanzialmente diversi e di norme diversamente strutturate".

Nel corso della conferenza stampa il Ministro ha, peraltro, illustrato alcuni dati relativi all'andamento semestrale della criminalità in Italia e alle azioni di contrasto attivate dal Governo. "I dati segnalano una complessiva diminuzione dell'andamento della criminalità in diversi ambiti, particolarmente sottolineata nel secondo semestre del 2007 che si va riavvicinando al secondo semestre del 2005". "Ora abbiamo - ha dichiarato il ministro - una significativa diminuzione. Ho dei dati che mi portano a valutare positivamente l'effetto dei provvedimenti adottati nel corso dell'anno".
E citandone due in particolare ha dichiarato che "dopo l'entrata in vigore del decreto Raciti c'è stata una diminuzione media del 30% dei feriti sia tra le forze dell'ordine sia tra i cittadini, con un aumento degli arresti e una riduzione dei reati connessi. E dopo l'entrata in vigore del decreto legge che ha modificato il codice della strada, ad agosto, c'è stato un aumento in quattro mesi dei controlli di oltre il 400%".
"Oso pensare - ha concluso il ministro - che nei confronti della criminalità in genere, abbiano funzionato anche i patti sulla sicurezza firmati con le città".

Il testo del decreto legge

per maggiori approfondimenti : www.meltingpot.org




Continua...

Protocollo per la cooperazione tra l'Italia e la Libia per fronteggiare il fenomeno dell'immigrazione clandestina

Accordo Italia – Libia

Il ministro dell'Interno, Giuliano Amato , e il ministro degli Esteri libico, Abdurrahman Mohamed Shalgam, hanno siglato il 28 dicembre 2007 a Tripoli un Protocollo per la cooperazione tra l'Italia e la Libia per fronteggiare il fenomeno dell'immigrazione clandestina. In base all'intesa le due parti intensificheranno la collaborazione nella lotta contro le organizzazioni criminali dedite al traffico degli esseri umani e allo sfruttamento dell'immigrazione clandestina. L'accordo prevede, in particolare, l'organizzazione di pattugliamenti marittimi congiunti davanti alle coste libiche. In questo modo sarà possibile contrastare efficacemente la partenza dei natanti e bloccare il tragico traffico degli esseri umani. Il Governo italiano si impegna, altresì, a sostenere con l'Unione europea i programmi di cooperazione con la Libia, con particolare riferimento ai controlli sull'immigrazione clandestina.

I contenuti dell’accordo

Per maggiori approfondimenti: http://www.meltingpot.org/articolo11859.html

Continua...

Decreto legislativo n. 30/2007

Nel Consiglio dei Ministri del 28 dicembre 2007 sono stati adottati, tra gli altri i seguenti provvedimenti. Su proposta del Ministro per le politiche europee, Emma Bonino, e del Ministro dell’interno, Giuliano Amato , e’ stato approvato uno schema di decreto legislativo (da sottoporre al parere delle Commissioni parlamentari) che modifica la disciplina di recepimento delle norme comunitarie sul diritto dei cittadini dell’Unione e dei loro familiari di circolare e soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri (decreto legislativo n. 30 del 2007). Le modifiche si sono rese necessarie al fine di adeguare la normativa sugli allontanamenti di cittadini comunitari alle esigenze di celerità ed effettività della loro esecuzione in caso di comportamenti gravi e per motivi imperativi di pubblica sicurezza; tra le disposizioni modificate vi è la disciplina relativa alla dichiarazione di presenza sul territorio nazionale, la necessità che le fonti di reddito siano dimostrabili e, ovviamente, lecite, la cancellazione anagrafica in caso di allontanamento per motivi di sicurezza, l’obbligo di consegna di un attestato di ottemperanza all’ingiunzione di lasciare il territorio nazionale. (Relazione illustrativa, relazione tecnica e analisi d’impatto sulla regolamentazione )
Continua...

Si estende lo spazio Schengen a 24 Paesi

Dal 21 dicembre 2007 l'Estonia, la Lituania, la Lettonia, Malta, la Polonia, la Repubblica ceca, la Slovacchia, la Slovenia e l'Ungheria sono entrate nello spazio Schengen, 'allargando' la frontiera orientale dello spazio Schengen a 4.278 km. Ventiquattro Paesi in contatto senza frontiere interne è un risultato senza precedenti nella storia.

Dopo l'allargamento tutti i cittadini dello spazio Schengen allargato potranno infatti viaggiare più rapidamente e più facilmente, dalla penisola iberica agli Stati baltici e dalla Grecia alla Finlandia, ma anche a Norvegia e Islanda (Paesi extra-Ue), senza essere controllato alle frontiere. Questo fatto è un simbolo dell'Europa unita e sottolinea il diritto fondamentale dei cittadini europei di circolare liberamente.

Le famiglie, i parenti e gli amici che vivono su lati diversi di una frontiera potranno rendersi visita più facilmente, scompariranno le code ai valichi di frontiera, le regioni frontaliere si svilupperanno assieme, aumenterà il turismo.

Gli Stati membri garantiscono il controllo delle frontiere esterne a nome di tutti gli altri e rilasciano visti validi per l'intera zona Schengen; il loro controllo si estende, nel quadro del Sistema d'informazione Schengen (SIS), anche ai cittadini di paesi terzi.

Gli accordi di Schengen


Il comunicato della Commissione UE

Sintesi della legislazione: lo spazio e la cooperazione Schengen

Il significato di Schengen per i cittadini europei

Continua...

Accordo Italia - Romania

Firmato il 20 dicembre 2007 a Bucarest dal ministro della Solidarietà Sociale Paolo Ferrero e dal ministro del Lavoro romeno Paul Pacuraru un accordo di collaborazione tra Italia e Romania. L'obiettivo perseguito è l'innalzamento della qualità della vita dei romeni, rom inclusi, e il contenimento dei flussi migratori nel nostro paese. L'intesa prevede la realizzazione di progetti, anche congiunti, e l'utilizzo di fondi nazionali e comunitari. I progetti avranno carattere multidisciplinare e riguarderanno non solo il lavoro ma anche l'educazione e l'abitazione.

Fonte: Ministero dell’Interno

Continua...

Trattato di Lisbona

Firmato a Lisbona il 13 dicembre 2007 il nuovo Trattato dell'Unione europea, sottoscritto dai 27 Capi di Stato e di Governo europei . Approfondimento

---

Alla vigilia della firma del Trattato di Lisbona, il 12 dicembre 2007 , i presidenti di Parlamento, Commissione e Consiglio UE hanno firmato solennemente la Carta dei diritti fondamentali che lo stesso trattato rende vincolante.

---

Il 13 dicembre 2007 , nell'ultima giornata di plenaria, i deputati hanno approvato una risoluzione sulla recrudescenza delle varie forme di estremismo in Europa. La risoluzione condanna i recenti attacchi di odio e razzismo e esprime solidarietà alle vittime e ai familiari. Nel testo si insite sulla necessità di combattere ogni estremismo, sempre nel rispetto dei diritti fondamentali e dei principi legali primari. I deputati hanno anche chiesto di negare il finanziamento pubblico a quei partiti politici che incitano all'odio o discriminano sulla base della razza, religione, disabilità, orientamento sessuale o nazionalità. Gli eurodeputati hanno chiesto nuove leggi antirazziali e campagne d'informazione adeguate per sensibilizzare l'opinione pubblica, oltre a un maggior sostegno alle ONG e alla società civile nel suo impegno a favore dei valori democratici, della dignità dell'uomo, dell'inclusione sociale e del dialogo interculturale.

Sono state, infine, votate due ulteriori Risoluzioni : la Risoluzione legislativa del Parlamento europeo sulla proposta di decisione del Consiglio relativa alla conclusione di un accordo tra la Comunità europea e il Consiglio d'Europa sulla cooperazione tra l'Agenzia dell'Unione europea per i diritti fondamentali e il Consiglio d'Europa (COM(2007)0478 – C6-0311/2007 –2007/0173(CNS)) e la Risoluzione del Parlamento europeo del 13 dicembre 2007 sul dialogo per i diritti umani e sulle relazioni UE-Cina.

Continua...

Da Ancona a Genova per ricordare il G8

SABATO 17 NOVEMBRE -Da Ancona a Genova per ricordare il G8
Nel 2001 siamo partiti in tanti da Ancona e abbiamo partecipato alla grande manifestazione di Genova contro il G8 tra le 10.000 persone che sono partite dallo stadio Carlini.
Quel giorno abbiamo subito cariche pesantissime quando ancora stavamo percorrendo il percorso che era stato autorizzato. Lì, dopo poco è caduto a terra Carlo Giuliani, un ragazzo che era tra noi.
Oggi, con la richiesta di 225 anni di carcere da parte dell'accusa, si chiude il processo ai 25 capri espiatori tra i centinaia di migliaia che manifestarono contro il G8 nel Luglio 2001.
Si vuole riscrivere la storia attraverso il diritto di guerra, la stessa guerra scatenata sulle strade di Genova alla quale in migliaia opposero l'esercizio del diritto di resistenza. "E' da quelle strade, è da Via Tolemaide che dobbiamo riprendere a riscrivere la nostra storia, la storia viva dei movimenti che parla di giustizia e dignità".
L’Ambasciata dei Diritti organizza la partenza da Ancona per partecipare alla manifestazione
Prenotazioni: – mail:
info@glomeda.org tel. 340/3059657
Continua...

DECRETO FLUSSI 2007

Decreto flussi 2007, alcune anticipazioni
Firmato il Decreto, ma per l’entrata in vigore bisogna attendere la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale
3 novembre 2007
"Programmazione transitoria dei flussi d’ingresso dei lavoratori extracomunitari non stagionali nel territorio dello Stato per l’anno 2007"

In attesa della pubblicazione definitiva sulla Gazzetta Ufficiale, alcune anticipazioni - non ancora confermate - riguardanti la procedura:
Le domande potranno essere presentate a partire dai quindici giorni successivi alla pubblicazione del decreto sulla Gazzetta, a seconda del settore di impiego (cfr. art. 7)
Si potrà compilare la domanda da qualunque computer con accesso a internet e dallo stesso computer si dovrà spedire la richiesta (inoltrata automaticamente agli uffici di competenza), non ci saranno più moduli cartacei
Si dovrà accedere a un apposito sito (non ancora disponibile) gestito dal ministero dell’Interno e registrarsi con i propri dati;
la richiesta di registrazione sarà confermata con una mail contenente un link;
cliccando sul link la registrazione verrà eseguita;
si dovrà scaricare un programma che consentirà di compilare il modello informatico (il modello di nulla osta al lavoro, ad esempio, sarà di 15 pagine e con campi corrispondenti a quelli del modulo cartaceo);
il modello informatico viene compilato off-line (quindi senza essere necessariamente collegati a internet);
Potranno essere spedite contemporaneamente più domande (massimo 5 per i privati, nessuna limitazione per i soggetti autorizzati come ad esempio le associazioni di categoria);
Sarà stilata una graduatoria delle domande valide inviate in base all’orario di invio (precisione al millesimo di secondo);
le domande spedite in contemporanea dallo stesso soggetto avranno un ordine di graduatoria progressivo;
per ogni domanda presentata arriverà una mail di conferma che recherà i dati del richiedente e dell’eventuale operatore che ha inoltrato la richiesta.

Articolo 1 1. In via di programmazione transitoria dei flussi d’ingresso dei lavoratori extracomunitari non stagionali nel territorio dello Stato per l’anno 2007, sono ammessi in Italia, per motivi di lavoro subordinato non stagionale e di lavoro autonomo, i cittadini stranieri non comunitari, entro una quota massima di 170.000 unità da ripartire tra le Regionie le Province autonome a cura del ministero della Solidarietà sociale.
Articolo 2 1. Nell’ambito della quota di cui all’articolo 1, sono ammessi in Italia,per motivi di lavoro subordinato non stagionale, 47.100 cittadini di Paesi che hanno sottoscritto o stanno per sottoscrivere specifici accordi di cooperazione in materia migratoria, così ripartiti: a) 4.500 cittadini albanesi; b) 1.000 cittadini algerini; c) 3.000 cittadini del Bangladesh; d) 8.000 cittadini egiziani; e) 5.000 cittadini filippini; f) 1.000 cittadini ghanesi; g) 4.500 cittadini marocchini; h) 6.500 cittadini moldavi; i) 1.500 cittadini nigeriani; l) 1.000 cittadini pakistani; m) 1.000 cittadini senegalesi; n) 100 cittadini somali; o) 3.500 cittadini dello Sri Lanka; p) 4.000 cittadini tunisini; q) 2.500 cittadini di altri Paesi non appartenenti all’Unione europea che concludano accordi finalizzati alla regolamentazione dei flussi di ingresso e delle procedure di riammissione.
Articolo 3 1. Nell’ambito della quota di cui all’articolo 1, sono ammessi in Italia per motivi di lavoro subordinato non stagionale, i cittadini stranieri non comunitari residenti all’estero provenienti dai Paesi non elencati all’articolo 2, entro una quota di 110.900 unità così ripartite: a) 65.000 ingressi per motivi di lavoro domestico o di assistenza alla persona; b) 14.200 ingressi per il settore edile; c) 1.000 ingressi per dirigentio personale altamente qualificato; d) 500 ingressi per conducenti, muniti di patente europea, per il settore dell’autotrasporto e della movimentazione di merci; e) 200 ingressi per il settore della pesca marittima; f) 30.000 ingressi per i restanti settori produttivi.
Articolo 4 1. Nell’ambito della quota di cui all’articolo 1,è autorizzata la conversione in permessi di soggiorno per lavoro subordinato di: a) 3.000 permessi di soggiorno per studio; b) 2.500 permessi di soggiorno per tirocinio; c) 1.500 permessi di soggiorno per lavoro stagionale. 2. Nell’ambito della quota di cui all’articolo 1,è riservata una quota di 1.500 ingressi ai cittadini stranieri non comunitari residenti all’estero che abbiano completato i programmi di formazione e di istruzione nel Paese di origine ai sensi dell’articolo 23 del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286. In caso di esaurimento della predetta quota, sono ammessi ulteriori ingressi sulla base di effettive richieste di lavoratori formati ai sensi del citato articolo 23 e dell’articolo 34 del Dpr 31 agosto 1999, n. 394.
Articolo 5 1. Nell’ambito della quota di cui all’articolo 1, è consentito l’ingresso di 3.000 cittadini stranieri non comunitari residenti all’estero, per motivi di lavoro autonomo, appartenenti alle seguenti categorie: ricercatori, imprenditori che svolgono attività di interesse per l’economia italiana, liberi professionisti, soci e amministratori di società non cooperative, artisti di chiara fama internazionale e di alta qualificazione professionale ingaggiati da enti pubblici e privati.2. All’interno della quota di cui al comma 1, sono ammesse, sino a un massimo di 1.500 unità, le conversioni di permessi di soggiorno per motivi di studio e formazione professionale in permessi di soggiorno per lavoro autonomo.
Articolo 6 1. Nell’ambito della quota di cui all’articolo 1, per l’anno 2007 sono ammessi in Italia, per motivi di lavoro subordinato non stagionale e di lavoro autonomo, entro una quota di 500 unità, lavoratori di origine italiana per parte di almeno uno dei genitori fino al terzo grado in linea diretta di ascendenza, residenti in Argentina, Uruguay e Venezuela, che chiedano di essere inseriti in un apposito elenco, contenente le qualifiche professionali dei lavoratori stessi, costituito presso le rappresentanze diplomatiche o consolari italiane in Argentina, Uruguay e Venezuela.
Articolo 7 1. I termini per la presentazione delle domande ai sensi del presente decreto decorrono: a) per i lavoratori provenienti dai Paesi indicati all’articolo 2, dalle ore 8.00 del quindicesimo giorno successivo alla data di pubblicazione del presente decreto sulla "Gazzetta Ufficiale" della Repubblica italiana; b) per i lavoratori provenienti dai Paesi diversi da quelli indicati dall’articolo 2: 1) dalle ore 8.00 del diciottesimo giorno successivo alla data di pubblicazione del presente decreto, per il settore del lavoro domestico e di assistenza alla persona; 2) dalle ore 8.00 del ventunesimo giorno successivo alla data di pubblicazione del presente decreto, per tutti i restanti settori.2. Nel limite della quota complessiva di cui all’articolo 1, sono ammesse le domande di nulla osta al lavoro presentate entro sei mesi dalla data di pubblicazione del presente decreto sulla "Gazzetta Ufficiale" della Repubblica italiana.
Articolo 8 1. Trascorsi sessanta giorni dalla data di pubblicazione del presente decreto sulla "Gazzetta Ufficiale " della Repubblica italiana, qualora vengano rilevate quote significative non utilizzate, le quote stabilite nel presente decreto, ferma restando la quota massima di cui all’articolo 1, possono essere diversamente ripartite sulla base delle effettive necessità riscontrate sul mercato.

Documento a cura del Progetto Melting Pot Europa web site: http://www.meltingpot.org/
Continua...

SPAZIO LIBERO - COMUNICATO DI RISPOSTA A BUGARO

In risposta all'articolo pubblicato il 06 novembre 2007

Caro “forzista” è buona educazione, intelligenza e anche cultura civile e soprattutto associativa conoscere approfonditamente persone, associazioni e progetti prima di esprimere qualsiasi giudizio.
Tanto per informazione vogliamo mettere in evidenzia alcune attività da noi svolte:
l'Ambasciata dei diritti di Ancona assieme alla Polisportiva Antirazzista Assata Shakur e Ya Basta Marche aderiscono al Tavolo Regionale di partecipazione attiva sui diritti di uguaglianza dei cittadini immigrati residenti nelle Marche nel quale abbiamo presentato le proposte di modifica ed integrazione della legge regionale 02 marzo 1998, n. 2 in materia di immigrazione e la proposta di intervento sulla legge regionale 22/07/1997, n. 44 in materia di edilizia residenziale pubblica adottata con Delibera di giunta regionale n. 538 del 28 maggio 2007;
Nella sede della II Circoscrizione di Ancona è stato organizzato un corso gratuito di formazione e aggiornamento sulla disciplina dell'immigrazione e dell'asilo in Italia della durata di 1 mese al quale hanno partecipato il CIR, il Centro Servizi Volontariato, Volontari della Croce Verde, Psicologi per Minori a Rischio, Mediatori Culturali, Avvocati e dipendenti di enti locali.
Nel 2006, contattati dall’Istituto Psicoanalitico per le ricerche sociali di Roma abbiamo organizzato sempre nei locali della II Circoscrizione un Focus Group che prevede la partecipazione di 8 immigrati della Provincia di Ancona che hanno rilasciato interviste in merito al loro inserimento e alla presenza di fenomeni di discriminazione nel nostro territorio;
Da anni insieme ad altre associazioni abbiamo iniziato a sensibilizzare l'opinione pubblica ed i comuni per incentivare la raccolta differenziata, opponendoci alla costruzione di dannosi inceneritori che producono tanto beneficio solamente nelle tasche di pochi.
Allo stesso modo ci siamo interessati della Quadrilatero Spa smascherando e denunciando più volte la frode che si nasconde sotto, ed essendo la nostra un associazione di base, abbiamo criticato sia il precedente governo che l'ha inventata sia l'attuale che la ripropone.
Abbiamo ripulito la città togliendo tutti i manifesti xenofobi;
Abbiamo organizzato iniziative di raccolta fondi per fornire PC e connessioni ad un centro giovanile a Buenos Aires e per la costruzione di infrastrutture di prima necessità (impianto idrico e Erbolario) per il villaggio Realidad in Chiapas;
Abbiamo organizzato iniziative antirazziste nella città e nello stadio di Ancona coinvolgendo comunità di migranti provenienti da tutta la Regione.
Oltre a queste vicende locali abbiamo partecipato a manifestazioni contro la guerra ed in solidarietà con la popolazione vicentina che si oppone alla costruzione della base militare.

In riferimento ai fatti di Via Urbino, teniamo a precisare che la nostra è stata un'azione dimostrativa attuata per sensibilizzare e accelerare gli estenuanti iter burocratici in atto da oltre un anno.
Certamente se la nostra doveva essere un'azione di forza, non avremmo sicuramente cercato di metterci subito in contatto con l'amministrazione comunale per trovare un punto di incontro e non saremo usciti dall'immobile e accettato di continuare il nostro presidio nel giardino esterno.
Infine per tranquillizzare tutti e smentire chi vuole trarre risalto politico da ogni circostanza, nei prossimi giorni dopo esserci confrontati con l'amministrazione comunale provvederemo a fornire in dettaglio il progetto dei locali di Via Urbino, 18.
Ass. Ambasciata dei Diritti Ancona
Ass. Polisportiva Antirazzista Assata Shakur
Ass. Libera.Mente
Collettivo Studentesco Metropolis
Ass. Ya Basta
Continua...

LIBERO SPAZIO ALLE ASSOCIAZIONI

Finalmente dopo tante attese oggi abbiamo appreso che nella giornata di ieri è stata ratificata in giunta la richiesta di assegnazione degli spazi dello stabile ex-Telecom di Via urbino 18 per i quali era in corso da più di un anno la trattativa con l'amministrazione Comunale.
La concessione rispecchierà fedelmente il nostro progetto che si basava sull'assegnazione e utilizzo per le nostre associazioni della metà dello stabile più la creazione di una sala dibattito per la capienza di un centinaio di persone e la restante parte ad altre associazioni che devono comunque essere in linea con il progetto globale.

L'assessore Stecconi e il Geom. Di Berardino, come già stabilito nell'incontro in comune di lunedì in presenza del Sindaco Sturani e vicesindaco Simonetti, hanno ribadido l'impegno a presentare entro 15 gg. il piano dei lavori e dei costi e di procedere subito con l'avvio delle opere di manutenzione che dovranno essere ultimate per gennaio 2008.

L'ambasciata dei diritti, l'associazione Libera.Mente, il collettivo studentesco Metropolis, YaBasta Marche e la polisportiva antirazzista Assata Shakur, soddisfatte degli obiettivi raggiunti, ritengono fondamentali per lo sblocco della situazione l'iniziative intraprese in questi giorni dall' occupazione dello stabile alla successiva trattativa con l'amministrazione comunale alla decisione di non utilizzare l'immobile ma rimanere in presidio nel giardino.

In forma di tutela e di garanzia degli accordi presi e per monitorare lo stato e i tempi dei lavori, le 5 associazioni nella riunione di ieri sera (martedì 30 ottobre) hanno deciso di mantenere comunque un presidio di una o due volte a settimana nel giardino affinchè l'immobile non verrà ufficialmente consegnato.

Un ringraziamento particolare va a tutte le numerosissime persone che in questi giorni ci hanno sostenuto e ci sono state affianco


Il nostro progetto:
PUNTI CHIAVE - lo spazio sarà: Autonomo e Autogestito, Antifascista, Anti-razzista, Apartitico, di Ripudio alla guerra, di Democrazia partecipativa, di Difesa del territorio;
IL NOME: sarà identificativo del luogo dove si svolgeranno le attività e non rappresentativo delle associazioni e degli avvenimenti;
OBIETTIVI:
- creare uno spazio aperto e fruibile da tutti (bambini, anziani, migranti ecc.);
- far diventare lo spazio un luogo di aggregazione, aperto all'espressione e alla progettualità;
- coinvolgere tutta la cittadinanza a partecipare attivamente sulle scelte del nostro territorio;
- creare una cultura basata sull'antirazzismo;
- incentivare e diffondere prodotti free e software open source per far sì che tutti abbiamo libero accesso all'istruzione, all'informazione e all'informatizzazzione;
- promuovere, proporre e diffondere economie e politiche ambientaliste;
- incentivare e diffondere la pratica dello sport come elemento di aggregazione;
- contrastare ogni forma di repressione e proporre reali soluzioni alle problematiche sociali.
COSA FAREMO:
- sportelli informativi e di consulenza legale gratuita (già attivo con l'ambasciata dei diritti);
- sala multimediale;
- allestimento di mostre;
- proiezioni;
- incontri e dibattiti;
- istituzione di tavoli di confronto con i cittadini e con gli enti locali;
- corsi e aggiornamenti;
- organizzazione di iniziative ed eventi sportivi;
- realizzazione di eventi antirazzisti.
Continua...

SPAZIO LIBERO- INCONTRO IN COMUNE

Questa mattina una delegazione si è incontrata in Comune con il Sindaco Sturani, il Vicesindaco Simonetti, l'Assessore al Bilancio Stecconi e il Geometra Di Berardino per discutere in merito all'occupazione dello stabile di Via Urbino 18 dove è in corso, dopo un accordo con il Vicesindaco, un presidio permanente nel giardino che si protrarrà sino a martedì 30 ottobre data in cui la Giunta Comunale deciderà se assegnarci o meno i locali.
L'incontro si è svolto serenanamente ed è servito soprattutto per illustrare in dettaglio al Sindaco l'iter che stiamo portanto avanti da più di un anno e il progetto elaborato per lo spazio che oltre a coinvolgere le associazioni interne è fondato principalmente a relazionarsi e ad aprirsi al quartiere e a tutti i cittadini.
E' stato verificato su carta il progetto e valutati i lavori che devono essere effettuati internamente che riguardano principalmente la messa a norma dell'impianto elettrico e di riscaldamento.
Come da sempre, abbiamo ribadito che è nostra intenzione regolarizzare la posizione e stipulare da subito un contratto di locazione.
Riteniamo che l'incontro sia andato bene pertanto speriamo che l'esito di decisione della Giunta sia positivo.
Nel frattempo le 5 associazione questa sera saranno in riunione nello Spazio Libero per decidere come proseguire.

Continua...

rassegna stampa Spazio Libero

Resto del Carlino
30 ottobre 2007
‘Papocchio’ ex Telecom
Stanno tutti alla finestra
La sede promessa a centri sociali e Croce Gialla
(IERI IL VERTICE Il Comune si è mostrato possibilista con le associazioni, ma ora la parola spetta alla Giunta)
Sull’occupazione del terzo piano del palazzo ex Telecom di via Urbino, oggi la giunta comunale decide se affidare il plesso alle associazioni che da oltre un anno aspettavano una risposta o scegliere una soluzione alternativa.La Croce Gialla sta alla finestra, pronta a subentrare. Un ‘papocchio’ quello provocato dal Comune che nel 2006 ha promesso il terzo piano di quell’edificio a gruppi come «Ambasciata dei diritti», «Assata Shakur». Poi l’autunno scorso ha ceduto i primi due piani alla Croce Gialla iniziando a discutere con la medesima associazione di volontariato la possibilità di dare in gestione anche il terzo piano, quello conteso da sabato scorso. Riassumendo, si può dire che le associazioni occupanti abbiano preso il toro per le corna e sembra sempre più probabile che questa strategia alla fine possa pagare. Ieri mattina, infatti, l’incontro tra il Comune e i rappresentanti delle associazioni occupanti è stato positivo per quest’ultime: «Il vertice (erano presenti il sindaco Sturani, il vice Simonetti, l’assessore Stecconi e il geometra del Comune Di Berardino) è stato tranquillo — spiega Milvia una portavoce delle associazioni riunite —. Gli amministratori ci sono sembrati possibilisti. Un incontro preparatorio alla giunta in cui noi abbiamo rispiegato i contenuti del progetto presentato otto mesi fa per i lavori interni e per gli allacci. Abbiamo anche proposto di farci carico dei lavori e metterci d’accordo in un secondo momento per le spese sempre col Comune. Se la giunta decidesse di non concederci quello spazio noi ce ne andremo, ma strade alternative all’occupazione simbolica non ce n’erano. Noi vogliamo entrare in quei locali perché sono funzionali al nostro progetto, perché allora fu il Comune a proporcelo, perché è in un’area densamente popolata da stranieri e ci permette di lasciare l’attuale sede di via Scrima troppo piccola (16 metri quadrati). No, nessuna occupazione, anzi un regolare contratto d’affitto. Attorno a questa ‘occupazione’ c’è stata troppa confusione che influisce sulla gente, sulla cittadinanza del posto. Quello che dovrebbe nascere lì non è un centro sociale, non ci saranno concerti, solo uno spazio dedicato prettamente agli stranieri, per i loro diritti per aiutarli ad una convivenza migliore».Pierfrancesco Curzi
29 ottobre 2007
L’«OCCUPAZIONE» IN VIA URBINO Presidiato il cortile «Il sindaco dia risposte»
OGGI L’INCONTRO con il sindaco, domani la probabile decisione.
I giovani dell’«Ambasciata dei diritti», di «Assata Shakur», di «Libera.mente» e del «Collettivo studentesco Metropolis», aspettano questi due appuntamenti per sapere se potranno avere dall’Amministrazione comunale l’utilizzo dei locali del terzo piano dell’ex palazzo Telecom di via Urbino. L’«occupazione» dell’immobile attuata sabato mattina si è di fatto conclusa dopo poche ore con l’intervento del vice sindaco Simonetti: «Abbiamo accettato le sue proposte e, quindi, siamo usciti presidiando il cortile dello stabile. Oggi dovremmo avere l’incontro con il primo cittadino — spiegano i ragazzi —. Sarà l’occasione per spiegare che è trascorso un anno e mezzo da quando abbiamo chiesto l’utilizzo di quel piano dell’edificio. Abbiamo anche realizzato un progetto per il suo utilizzo. Però in tutto questo tempo nessuna risposta. La decisione definitiva dovrebbe arrivare domani al termine della riunione della giunta comunale. Aspettiamo l’esito». Di sicuro è una grana per l’Amministrazione visto che la Croce Gialla ha chisto l’utilizzo dell’ex palazzo Telecom che è confinante con la loro nuova sede.
Corriere Adriatico
06 novembre 2007
Bugaro: “Via Urbino, intervenga il prefetto”
ANCONA - Critica serrata da parte del forzista Giacomo Bugaro, consigliere regionale, sulla questione dell’occupazione da parte delle associazione dei centri sociali dei locali di via Urbino. Bugaro accusa l’amministrazione di connivenza “con gli estremisti di sinistra dei cosiddetti “centri sociali” che occupano gli immobili pubblici al grido “la proprietà è un furto” e l’esproprio proletario è un diritto inalienabile”. La critica parte dalla scoperta di alcuni residenti di via Urbino “ai quali - continua Bugaro - il sindaco Sturani aveva garantito che i locali dell’ex Telecom non sarebbero stati assegnati ad una associazione della sinistra radicale ma ad un benemerito sodalizio che si batte per i diritti civili. La verità (e la relativa bugia di Sturani) è però purtroppo emersa dopo che tali estremisti hanno attuato la loro “democratica okkupazione” della pubblica proprietà”. Qui Bugaro parla con toni allarmati: “L’associazione in questione, denominata “Ambasciata dei diritti” fa parte a pieno titolo del variopinto arcipelago dei famigerati “centri sociali” che in tutt’Italia rappresentano, un pericolo costante all’ordine pubblico e al quieto vivere dei cittadini”. Per Bugaro, il segnale è preoccupante se affiancato a una serie di problematiche legate alla sicurezza cittadina: “Non bastavano i problemi legati alla micro e macro criminalità e al cronico disagio sociale del quartiere: il sindaco di Ancona ha ritenuto che anche i cittadini di via Urbino – dopo quelli di Vallemiano e dell’Aspio – devono subire la convivenza con i centri sociali dell’estrema sinistra. Forza Italia, dal canto suo, farà invece tutte le azioni necessarie presso la Prefettura al fine di sollecitare un intervento urgente delle forze dell’ordine a garanzia dei ceti deboli che la giunta Sturani ha smesso, da tempo, di tutelare”.
mercoledì 31 ottobre 2007
E’ la nuova sede delle associazioni giovanili Ex Telecom, tutto risolto
ancona - Ora è ufficiale in tutto e per tutto: l’ex Telecom di via Urbino è la nuova sede delle associazioni giovanili, ora ospitate in piccolo locale in via Senigallia. Non si tratta di un centro sociale, sottolinea l’amministrazione. La giunta, ieri, ha dato mandato agli uffici di mettere a punto il progetto di ristrutturazione dei locali (nello stesso complesso della Croce Gialla), che riguarda gli impianti elettrico e termico e la divisione interna degli spazi. Il progetto sarà pronto in qualche settimana, poi i lavori. Le associazioni avevano occupato il locale perché il Comune con cui stavano trattando traccheggiava.
lunedi 29 ottobre 2007
L’occupazione in via Urbino continua.
Incontro dal sindaco per il centro sociale
ANCONA - Sabato sera di presidio nel locale di via Urbino che deve diventare un centro sociale. E ieri ancora occupazione, con pranzo domenicale con grigliata e menù da leccarsi i baffi. Continua l’offensiva degli antirazzisti, che incalzano l’amministrazione comunale per aver la disponibilità dell’edificio del Piano. Oggi è previsto l’incontro in giunta, con il sindaco. Si vedrà se il faccia a faccia produrrà gli effetti sperati. Danno seguito alla loro iniziativa gli esponenti dell’Ambasciata dei Diritti, della Polisportiva antirazzista 'Assata Shakur', dell’associazione Libera.Mente e del Collettivo studentesco Metropolis, che sabato mattina hanno occupato una sede in Via Urbino ad Ancona da tempo oggetto di una trattativa con il Comune. “Da più di un anno - si legge in una nota delle associazioni - stiamo chiedendo all’amministrazione comunale un posto adeguato dove possano trovare cittadinanza tutte le istanze di questa moltitudine, un luogo aperto alle idee e al sogno di un altro mondo possibile. Dopo decine di incontri inconcludenti pieni di promesse, per non compromettere ulteriormente le nostre attività paralizzate dall’incertezza del futuro, abbiamo deciso di aprire e restituire alla città uno spazio inutilizzato da anni da colmare di voci, colori, pensieri e progetti”. “Un luogo - affermano le varie anime del movimento - dove possano trovare cittadinanza tutte quelle realtà che sono ora costrette ad elemosinare spazi a un’amministrazione spesso sorda o, peggio ancora, ai privati”.
Il blitz al civico 18 di via Urbino, ex sede Telecom, ha preoccupato residenti e Croce Gialla, ospitata nello stesso edificio. “A me stanno bene tutti gli affittuari del Comune - ha spiegato il presidente Alberto Caporalini -. Dobbiamo però sapere bene come stanno le cose e chi ha dato vita a questa occupazione abusiva”. C’è solo una porta divisoria con quel locale, i due plessi sono in comunicazione con una scala mobile. Caporalini avverte: “Dobbiamo sapere con precisione chi c’è dall’altra parte”.

28 ottobre 2007
Occupato il locale di via Urbino.
Intervengono vigili e polizia, anche i residenti contro

Il centro sociale fa tremare la Croce Gialla

ANCONA – Le associazioni antirazziste cercano ‘casa’ in via Urbino tra le proteste di Croce Gialla e residenti. Il futuro dell’edificio ex Telecom di via Urbino 18, lo stesso immobile dove opera la Croce Gialla, è un caso politico che il Comune di Ancona dovrà risolvere (della questione si parlerà nella giunta di martedì prossimo). Ieri intanto i rappresentanti di alcune associazioni, l’Ambasciata dei diritti, la Polisportiva antirazzista ‘Assata Shakur’, l’associazione Libera.Mente e il Collettivo studentesco Metropolis, hanno occupato l’area antistante i locali del vecchio immobile di via Urbino acquistato per due terzi dalla Croce Gialla e per un terzo dal Comune. I giovani sono rimasti nello spazio esterno, l'area di proprietà del Comune, che è stato oggetto di pulizia e di presidio per tutta la giornata. Obiettivo dell’operazione portare all’attenzione pubblica il problema degli spazi e le eccessive lungaggini della politica nel dare risposte a certe esigenze. In un comunicato firmato dalle quattro realtà cittadine viene evidenziato come “da più di un anno – si legge – stiamo chiedendo all’amministrazione comunale un posto adeguato dove possano trovare cittadinanza tutte le istanze di questa moltitudine, un luogo aperto alle idee e al sogno di un altro mondo possibile”. “Dopo decine di incontri inconcludenti – ancora il comunicato – pieni di promesse, per non compromettere ulteriormente le nostre attività paralizzate dall’incertezza del futuro, abbiamo deciso di aprire e restituire alla città uno spazio inutilizzato da anni da colmare di voci, colori, pensieri e progetti”. In attesa di una risposta definitiva alle istanze di queste associazioni ieri è stato a colloquio con i giovani il vice sindaco Sandro Simonetti che ha spiegato loro come certe necessità saranno considerate dall’amministrazione comunale. Domani poi una delegazione avrà un colloquio con il sindaco di Ancona Fabio Sturani. In via Urbino c’erano anche i vigili guidati dal comandante Fulgi e le Volanti della polizia.
Nelle intenzioni del collettivo associativo gli spazi dovrebbero essere condivisi e aperti alla cittadinanza invitata già ieri nello ‘spazio libero’. Un sintomo di un’apertura che non tutti però sembrano aver condiviso. I primi ad avere più di una perplessità sono i vertici della Croce Gialla: “Premetto che a me stanno bene tutti i possibili affittuari dei locali del Comune. – il presidente della Croce Gialla Alberto Caporalini esterna tutte le sue preoccupazioni – Dobbiamo però sapere bene come stanno le cose e chi ha dato vita a questa occupazione abusiva di cui il Comune, a quanto mi risulta, non sapeva nulla. A parte questo non possiamo non esternare la nostra preoccupazione per il possibile vicinato anche perché i due plessi sono comunicanti grazie a una scala mobile. C’è solo una porta divisoria al di là della quale ci siamo noi con le nostre strutture e i nostri materiali per cui dobbiamo sapere con precisione chi c’è dall’altra parte. Tra l’altro si era parlato con il sindaco di una possibile destinazione di quei locali ad ambulatori come estensione degli spazi della Croce Gialla stessa. Mi sembra che il primo cittadino fosse favorevole a questa soluzione”. Timori derivati dall’occupazione di ieri sono stati espressi anche da alcuni cittadini della zona che hanno chiamato la seconda circoscrizione per protestare.

Il messaggero
06 novembre 2007
Via Urbino, I NO GLOBAL si insediano a gennaio
La croce gialla sottostante "Non diventi un centro sociale". FI: "E' un pericolo per l'ordine Pubblico"
Partirà a gennaio la convivenza tra Croce Gialla e l'Ambasciata dei diritti nel palazzo ex Telecom di via Urbino 18. Una sala riunioni da un centinaio di posti per mostre e dibattiti, sportelli di consulenza legale per gli immigrati e locali dedicati, oltre ad alcune stanze dedicate ai consiglieri comunali stranieri al terzo piano del palazzo che ospita la sede della Croce Gialla. Da parte della giunta è arrivato l'impegno di presentare entro una decina di giorni un piano di lavori di manutenzione da completare per gennaio in modo da permettere a cinque associazioni l'utilizzo dei circa 500 metri quadri di via Urbino. Una trattativa lunga un anno e mezzo tra il Comune e l'Ambasciata dei diritti, l'associazione Libera.Mente, il collettivo studentesco Metropolis, YaBasta Marche e la polisportiva antirazzista Assata Shakur, le cinque associazioni che avevano richiesto i locali inutilizzati dello stabile acquistato nel luglio 2006 dalla Croce Gialla ad esclusione dell'ultimo piano, di proprietà del Comune. La protesta di sabato 27, durata tutto il fine settimana con i manifestanti "accampati" davanti allo stabile, ha sbloccato la situazione. Richieste accolte e ora si pensa agli interventi da fare nei locali prima di darli in regolare affitto alle associazioni, come la divisione interna degli spazi, la revisione dell'impianto elettrico e se murare o meno l'accesso che dal terzo piano porta alla sede della Croce Gialla. Da parte delle associazioni, rientrata la protesta, si pensa all'utilizzo dello stabile. «Vorremmo che fosse uno spazio vivo, aperto alla cittadinanza e non solo la sede delle associazioni - ha spiegato Danilo Burattini dell'Ambasciata dei diritti - poi continueremo con le attività che già portiamo avanti nei 16 metri quadri di via Scrima 19, cioè lo sportello gratuito di consulenza legale e la promozione di attività antirazziste». Abbassa i toni il presidente della Croce Gialla, Alberto Caporalini: «Con l'Ambasciata dei diritti - afferma - non c'è nessun problema, anzi offrono un servizio utile al quartiere sempre più popolato da immigrati. Ma che non diventi un centro sociale. Le esigenze nostre, di un centro sociale e dei residenti sono troppo diverse». Critico invece il gruppo consiliare di Forza Italia che in un comunicato si scaglia contro l'Ambasciata dei diritti e il Comune. «L'associazione fa parte dell'arcipelago dei famigerati centri sociali che in tutta Italia rappresentano un pericolo per l'ordine pubblico - si legge nella nota - e il Comune aveva assicurato che lo stabile non sarebbe stato concesso ad un'associazione della sinistra radicale».
30 ottobre 2007
La protesta risolto il caso di Via Urbino.
Ex Telecom diventa sede NoGlobal.
Il Comune da ok, rabbia della Croce Gialla.
Vertici della Giunta favorevoli al nuovo csa inter-associativo in via Urbino. L'ok per la concessione del terzo piano dell'edificio ex Telecom inutilizzato è atteso stamattina proprio dal rappresentante della proprietà, cioé l'esecutivo comunale. Una fumata bianca quella di 24 ore fa nell'incontro a Palazzo del popolo - da un lato il sindaco Sturani, il vicesindaco Simonetti e l'assessore al Bilancio Stecconi, dall'altro una delegazione dei giovani da sabato in sit-in nell'atrio esterno del locale di 500 mq che rivendicano per attività sociali, artistiche e culturali - che vuol dire accelerazione dell'iter burocratico e tecnico finalizzato a un contratto d'affitto fra il Comune e un nuovo soggetto rappresentativo di "Ambasciata dei diritti", "Polisportiva antirazzista Assata Shakur", "Collettivo studentesco Metropolis"; "Ya Basta!" e "Libera.Mente". Ottimiste quindi le 5 associazioni, per uno sbocco positivo della vertenza che hanno aperto «dopo lo stallo di un anno e mezzo causato dal non decisionismo della Giunta». Un clima risolutivo cui, salvo colpi di scena, fa da contraltare solo la contrarietà al nuovo csa del presidente della Croce Gialla, che aveva chiesto al sindaco di poter allargare le attività della sua struttura di pubblica assistenza proprio al terzo piano dello stabile. Ma «ieri abbiamo di nuovo illustrato a Sturani, Simonetti e Stecconi quel nostro progetto di gestione del nuovo spazio che già conoscevano - hanno detto i portavoce dei giovani - E hanno apprezzato i valori di antifascismo, antirazzismo e democrazia dal basso che da anni caratterizzano le nostre attività di sostegno a favore di immigrati, precari, sviluppo eco ed equo sostenibile». Iniziative che, quando il locale sarà pronto per l'uso - necessari due-tre mesi per l'individuazione di un mini-finanziamento e la messa a punto di impianti elettrici, di riscaldamento e acqua - potranno essere allargate ad altri gruppi e al quartiere. Dura la reazione del presidente della Croce Gialla, Caporalini: «L'edificio di via Urbino è vicino a due scuole ed abitazioni private. Inadatto dunque agli scopi di questi giovani, tanto più dopo che ho saputo che sono gli stessi che hanno creato problemi col vicinato quando hanno gestito il csa della Baraccola. Sono allarmato e deluso, quindi, dall'orientamento della Giunta e riterrò responsabile il Comune per eventuali danni».
29 ottobre 2007
Il blitz di Via Urbino, i No global oggi dal sindaco.
Ma quei locali interessano anche alla Croce Gialla.

Sabato il blitz nei locali di via Urbino, oggi il confronto in Comune con il sindaco. L'incontro potrebbe essere un passo avanti verso la soluzione auspicata da "Ambasciata dei diritti", "Polisportiva antirazzista Assata Shakur", "Collettivo studentesco Metropolis"; "Ya Basta!" "Libera.Mente", le associazioni che rivendicano il locale inutilizzato di oltre 500 mq per trasformarlo in un centro per le attività sociali, artistiche e culturali aperte al rione e ad altri gruppi. Una concessione che è all'odg della seduta di Giunta di domani. I manifestanti ci credono, «dopo un anno e mezzo di promesse e contatti ai quali non sono seguiti fatti». A monte della scelta di non occupare lo spazio di proprietà comunale, l'accordo a tempo col vice-sindaco Simonetti: sit-no stop fino a domani, per consentire alla Giunta di decidere. Decisione difficile: quei locali sono appetiti anche dalla sottostante Croce Gialla.

28 ottobre 2007
"Basta Promesse ora vogliamo la sede"
Via Urbino, Occupati i locali del Comune.

Uno "Spazio liberato" da ieri mattina, «apartitico, per chi condivida tre valori: antifascismo, antirazzismo, democrazia». E' definito così dagli oltre 30 giovani in sit-in no stop nell'atrio esterno dell'ultimo piano dell'edificio che nei primi due, con ingresso separato, ospita la sede della Croce Gialla. La "liberazione" è opera di 5 associazioni: "Ambasciata dei diritti", "Polisportiva antirazzista Assata Shakur", "Collettivo studentesco Metropolis"; "Ya Basta!" "Libera.Mente". E' funzionale alla presa di possesso e alla «restituzione alla città di quel terzo piano inutilizzato da anni per colmarlo di voci, colori, progetti, sogni di un altro mondo possibile», aperto alle «istanze della moltitudine con la quale abbiamo lottato per i diritti di studenti, precari e migranti», si legge in una nota dei manifestanti. Gli stessi che hanno «impedito la realizzazione di un Cpt a Corridonia», si sono opposti «allo sfruttamento dei beni comuni da parte di Quadrilatero e Api», hanno promosso «una gestione dei rifiuti intelligente alternativa al suicidio inceneritori». La concreta "liberazione" dei 550 mq di via Urbino in bilico tra regolarizzazione e occupazione? Sembra più prospettico alla prima, l'accordo sancito sul posto nella tarda mattinata tra Simonetti, vicesindaco del Comune proprietario del locale (parte dello stabile che ha acquistato dall'Enel assieme alla Croce Gialla nel luglio 2006), e i giovani che lo rivendicano. I termini del patto: presidio esterno fino a dopodomani; entro allora i Comune dovrà garantire, come assicurato in passato, la concessione in uso del terzo piano alle 5 associazioni. Che non pronunciano la parola occupazione. «Non vogliamo una spaccatura con il Comune, lo scopo dell'iniziativa è proprio di riattivare per una soluzione concreta e immediata quell'iter che da un anno e mezzo abbiamo intrapreso proprio con il Comune - hanno detto due portavoce - Ma i tanti incontri con l'assessore al patrimonio Stecconi e l'ufficio tecnico, quello di un mese fa col sindaco hanno prodotto solo promesse non mantenute. Sanno che i 16 mq della II Circoscrizione in via Scrima dove fino ad ora ci hanno concesso di riunirci ci stanno strettissimi. Stecconi deve assumersi la responsabilità di questo stallo». La "regolarizzazione" è prospettata anche dal presidente della Croce Gialla Alberto Caporalini: «L'abusivismo è intollerabile. E poiché i nostri due piani sono in comunicazione col terzo tramite una porta (ma è chiusa dall'interno, ndr.), mette in pericolo le nostre attrezzature. Il Comune garantisca sicurezza e ordine pubblico, sanando subito questa situazione». Come e con quali sbocchi futuri? «Già da tempo abbiamo chiesto al sindaco di concedere a noi quel terzo piano». Per la Giunta dunque, in riunione martedì, una bella gatta da pelare: spazio reso fruibile per quali attività? «Musica no copyright, arte libera, free-time studentesco, inziative aperte ad altre associazioni e quartiere» come chiedono i giovani in sit-in? O per i nuovi progetti targati Croce Gialla?
Continua...

APRIAMO SPAZI DI LIBERTÁ


Ancona, 27 ottobre 2007


Da diverso tempo un gruppo di associazioni ed individui hanno condiviso un percorso di lotta rivendicando diritti per studenti, precari e migranti e promuovendo una cultura antirazzista e antifascista.

Le battaglie condotte insieme da queste realtà sono innumerevoli: ricordiamo quella che ha impedito la realizzazione di un CPT a Corridonia, l'opposizione allo sfruttamento dei beni comuni da parte di aziende private (Quadrilatero, Api), la promozione di una gestione dei rifiuti consapevole e intelligente alternativa alla soluzione suicida degli inceneritori.

Le diverse manifestazioni che si sono susseguite - da quella del 28 ottobre 2006 ad Ancona per la salvaguardia del territorio a quelle studentesche sugli spazi sociali e sul caro bus, a quelle antifasciste con la pulizia della città dai manifesti xenofobi al presidio in piazza Roma, fino alla manifestazione contro il decreto Amato-Melandri e al torneo antirazzista - indicano a chiare lettere la volontà di sedimentare ulteriormente queste esperienze.

Da più di un anno stiamo chiedendo all'amministrazione comunale un posto adeguato dove possano trovare cittadinanza tutte le istanze di questa moltitudine, un luogo aperto alle idee e al sogno di un altro mondo possibile. Dopo decine di incontri inconcludenti pieni di promesse, per non compromettere ulteriormente le nostre attività paralizzate dall'incertezza del futuro, oggi abbiamo deciso di aprire e restituire alla città uno spazio inutilizzato da anni da colmare di voci, colori, pensieri e progetti.

Ci immaginiamo questo spazio condiviso come una bottega di idee, di socialità e di creazione; dove gli studenti si possano riunire al di là della vita scolastica, dove sia possibile ricercare testi diversi da quelli imposti dalla scuola e utilizzare software open-source, dove la musica sia libera dal copyright e l'arte possa esprimersi in tutte le sue forme, dove gli abitanti del quartiere possano incontrarsi e confrontarsi. Un posto in cui lo sport nasca dal basso e possa essere praticato da tutti come già in precedenza fatto in modo autonomo con la palestra popolare. Ci immaginiamo spazi dedicati alla fotografia, alle mostre, ai giochi e al libero dibattito.

Un luogo dove possano trovare cittadinanza tutte quelle realtà di movimento che sono ora costrette ad elemosinare spazi ad un'amministrazione spesso sorda o, peggio ancora, a privati.

Vi aspettiamo in via Urbino 18, Ancona.


Ass. Onlus Ambasciata dei diritti
Ass. Polisportiva Antirazzista Assata Shakur Ancona
Ass. Onlus YaBasta
Collettivi Studentesco Metropolis
Ass. Libera.Mente
Continua...

21 OTTOBRE - SABOT 2007

SABOT 2007
Prima parte

Il termine sabot nasce originariamente dalla parola turca sabata, che indicava una calzatura persiana. Il termine entrò nello spagnolo come zapata (oggi zapato – scarpa da cui l’italiano ciabatta) e nel francese come sabot (zoccolo). Per una curiosa coincidenza della storia, la radice etimologica di questa parola ha finito con l’intrecciarsi a grandi movimenti di opposizione e ribellione sociale. In Messico il nome Zapata mutua l’etimologia del termine e finisce con il trasferirla nella denominazione di un vasto movimento rivoluzionario: lo zapatismo. In Francia tra la fine del 18esimo secolo e l’inizio del 19esimo i sabots indossati dai lavoratori francesi vengono gettati negli ingranaggi dei macchinari utilizzati nelle fabbriche per bloccarle ed arrestare la produzione: da sabot verrà così coniato il termine sabotaggio.

Per queste ragioni la parola sabot ci è sembrata una suggestione da poter utilizzare come “titolo” dell’incontro che stiamo preparando per domenica 21 ottobre. Oramai da molti anni è nostra abitudine organizzare periodicamente un appuntamento di discussione generale principalmente orientato alla riflessione sullo stato della rete ed al confronto più teorico sul contesto all’interno del quale la rete intende sviluppare la propria azione. Fino ad oggi questi appuntamenti non hanno avuto cadenza fissa, mantenendo un taglio prevalentemente “interno”. Con Sabot 2007, anche in considerazione del proliferare di situazioni che si sono aggregate alla rete, abbiamo scelto di modificare questa impostazione dando a tale appuntamento di natura più teorica e progettuale, il profilo di un laboratorio con cadenza annuale ed una strutturazione che si articolerà in due parti: la prima aperta e maggiormente incentrata sull’analisi, per dare spazio ad un confronto teorico che nasca direttamente dalla rielaborazione degli input che ci provengono dal nostro agire materiale e dal quotidiano intervento delle nostre strutture; la seconda rivolta specificatamente ai “cittadini” delle Comunità Resistenti, per dare spazio ad una riflessione maggiormente incentrata sugli aspetti organizzativi.

Domenica 21 ottobre si svolgerà la prima parte del laboratorio per la quale abbiamo voluto preparare un ordine del giorno “ragionato”, tre macro-punti di discussione che non siano semplicemente una lista della spesa ma che, assumendo alcuni elementi di riflessione già emersi, rappresentino un primo tracciato del confronto.

continua


Continua...

NO PAV - Denuncia alla Corte dei Conti

QUADRILATERO: COMUNICATO DELLA RETE “NO-PAV”
E’ inaccettabile che esponenti di quelle stesse forze politiche che hanno gestito l’amministrazione della città negli anni di incubazione dell’attuale disastrosa situazione di bilancio, tentino di delegittimare, falsando la realtà, l’opposizione espressa da centinaia di cittadini contro l’adesione alla Quadrilatero, un’adesione che pregiudica gravemente il futuro di Falconara. La vera irresponsabilità è tutta dalla parte di coloro che, violando la più elementare dialettica democratica e la volontà espressa dalla loro stessa base elettorale, prima di andarsene hanno voluto, con i voti del centro-destra, gettare la città nella più pericolosa “avventura” finanziaria degli ultimi decenni. Per quanto ci riguarda abbiamo già predisposto l’atto di denuncia che nei prossimi giorni depositeremo presso la Procura Regionale della Corte dei Conti. Si tratta di un esposto con il quale investiremo l’autorità giudiziaria della verifica degli illeciti che a nostro avviso si profilano sul piano del danno erariale, delle responsabilità di bilancio e della violazione della normativa in materia di pubblica amministrazione, negli atti assunti, o che verranno assunti, dalla Regione Marche, dal Consiglio Comunale di Falconara e dalla Giunta Municipale. Chiederemo nell’immediato un incontro con il Commissario prefettizio in carica a cui illustreremo i motivi dell’esposto affinché possa valutare le proprie scelte alla luce di tutti gli elementi in gioco. RETE “NO-PAV”
Continua...

Solidarietà ai condannati. Stop ai CPT!

Apprendiamo con rabbia e purtroppo non con stupore che il processo ai compagni che hanno bloccato la costruzione di un C.P.T. a Corridonia interrompendo un consiglio comunale ha emesso sentenze esemplari e durissime.
Oltre che esprimere incondizionata solidarietà ai resistenti ribadiamo ancora una volta che non vogliamo lager nelle nostre terre e che la repressione non può che far aumentare l’indignazione e la voglia di lottare.
Siamo vicini ai nostri fratelli che insieme a tutti noi hanno impedito che nella nostra regione venisse costruito un carcere per migranti.
Rivendichiamo il nostro diritto di resistenza contro ogni forma di razzismo.
C.S.A.OLTREFRONTIERA - PESARO
BOTTEGA DI RESISTENZA GLOBALE-FOSSOMBRONE
E' PERICOLOSO AVERE RAGIONE
QUANDO LO STATO HA TORTO
Venerdì 21 settembre il Tribunale di Macerata ha condannato - in primo grado con pene che vanno dai quattro mesi ad un anno e quattro mesi - cinque nostri compagni (uno dei quali del Mezza Canaja) che nel marzo del 2004, insieme a tanti altri militanti dei centri sociali marchigiani e a tanti cittadini, hanno opposto resistenza alla costruzione di un Centro di Permanenza Temporanea (CPT) nella nostra regione. Quel 3 marzo centinaia di persone entrarono nella sala del Consiglio Comunale di Corridonia per manifestare la propria contrarietà alla costruzione di tale abominio giuridico.
Aldilà della scontata ma non meno importante solidarietà ai condannati – la loro condanna è anche la nostra – vorremmo portare all’attenzione di tutti le situazioni poco trasparenti e le contraddizioni che hanno caratterizzato l’esito del processo.
Anzitutto la decisione è stata frutto di un giudizio politico, perché sin dall’inizio il giudice ha mostrato la chiara volontà di condannare i cinque imputati. Chi ha assistito alle numerose sedute del processo ha potuto constatare come il giudice si comportasse come un secondo pubblico ministero, passando spesso dalla parte di chi un giudizio lo deve formulare a quella di chi lo ha già formulato e va in cerca di conferme.
Ora, che cosa ci legittima a dire questo con un senso di oggettività?
I cinque sono stati condannati, tra l’altro, a risarcire 5000 euro di danni morali al Comune di Corridonia. Occorre però ricordare che cosa è avvenuto in quei giorni. Nessuno dei consiglieri comunali, né nella maggioranza, né nell’opposizione sapeva che durante la fatidica riunione del consiglio comunale si sarebbe discusso e in seguito espropriati dei terreni per costruire il CPT; né lo avrebbero saputo, perché l’esproprio era stato concordato di nascosto tra il sindaco e la ditta appaltatrice. La protesta ha fatto emergere la questione, e così i consiglieri comunali all’unanimità hanno deciso di votare contro la realizzazione del progetto.
Per ricapitolare, ecco come lo Stato ha ripagato una protesta che, tra l’altro, ha fatto emergere un giro illecito di denaro: attraverso una multa di 5000 euro per danni morali per la “rovina dell’immagine del Comune di Corridonia”, e anni di galera elargiti con molta leggerezza, senza che per altro sia mai emersa – neanche nella requisitoria finale del PM - una prova evidente che inchiodi inequivocabilmente gli imputati ai reati a loro contestati.
Infine, strana coincidenza, la mattina del processo una chiamata anonima denuncia la presenza di una bomba in tribunale. Naturalmente la bomba non c’era, ma fatti di questo genere hanno molte affinità con vecchie strategie della tensione di moda qualche decennio fa in Italia. Così, oltre a creare un clima di maggiore astio fra le parti in causa, si è data la possibilità alla stampa di far articoli sensazionalisti, alludendo a facili associazioni di idee nelle menti dei lettori.
Insomma, è sempre pericoloso avere ragione quando lo Stato ha torto!
Di fronte alla dimostrazione della loro colpevolezza, le istituzioni italiane hanno reagito ancora una volta con il vecchio vizio di farla pagare cara a chi le ha messe sul tavolo degli imputati, dimostrando una cronica inettitudine all’autocritica e all’accettazione delle proprie colpe. Ma questa accusa, anziché intimorirci, conferma le nostre idee e alimenta la convinzione della giustezza delle nostre lotte.
Solidarietà ai compagni condannati, che quotidianamente insieme a tanti altri resistono all’istallazione di questi lager per migranti!
CSOA MEZZA CANAJA
Corriere Adriatico 29 settembre 2007
Corridonia, polemica sul Cpt.
Possibile un’interrogazione parlamentare sulla vicenda Prc, solidarietà ai no global condannati
CORRIDONIA - La Federazione provinciale del Prc di Ancona esprime solidarietà ai cinque giovani condannati il 21 settembre scorso dal Tribunale di Macerata per aver interrotto, nel 2005, una seduta del consiglio comunale di Corridonia dedicata all’ipotesi di realizzare un centro di prima accoglienza in città, che poi non ha mai visto la luce. Il Prc annuncia anche che valuterà se esistono presupposti giuridici e politici “per portare il caso all’attenzione dei ministeri competenti e presentare un’interrogazione parlamentare”.I cinque attivisti sono stati condannati a pagare una pena pecuniaria di 5.000 euro per i “danni morali” arrecati al consiglio, e a pene detentive (sospese) che vanno dai quattro mesi a un anno e quattro mesi di reclusione. Rifondazione ribadisce in una nota anche la sua contrarietà ai Cpt, “divenuti veri e propri lager per i migranti che dopo un disperato e costoso viaggio dal paese di origine, si vedono imprigionati in galere con finto nome e ricacciati lontani dal quel porto sicuro tanto agognato”. “Incendi dolosi avvenuti anche nelle Marche - conclude la nota -, pestaggi razzisti e gesti di violenza nazifascista dettati da xenofobia, non vengono perseguitati dalla legge con altrettanta tenacia”. L’episodio avvenne in occasione della discussione di un Cpt a Corridonia, caso che sollevò molto clamore e attirò l’attenzione sul Consiglio che lo lo doveva prendere in esame.
Continua...

DIFENDERE I DIRITTI E' UN DIRITTO DI TUTTI - VOI OPPRIMETE E NOI RESISTIAMO!

MACERATA - Si è chiuso questa mattina il processo a carico dei cinque attivisti che presero parte alle manifestazioni No Cpt a Corridonia. Decine di manifestanti hanno partecipato al presidio all'esterno del tribunale e poi presenziato all'interno dell'aula durante lo svolgimento dell'udienza. Oltre un anno e mezzo di istruttoria seguito oggi da due ore di camera di consiglio prima del pronunciamento del giudice: una pesante sentenza di condanna "verso i contenuti politici e sociali espressi collettivamente da una moltitudine che ha scelto di prender parola contro la barbarie dei campi di detenzione". Pur non essendo emersi rilievi indiziari a suffragio della responsabilità penale degli imputati, il giudice ha proceduto con la condanna per i reati di interruzione di pubblico servizio, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale per pene dai 4 mesi ad un anno, fino a un anno e quattro mesi di reclusione. Incongruenze nello stesso pronunciamento, in quanto dalle risultanze di un'unica testimonianza dell'accusa ne sono scaturite un'assoluzione e una condanna agli indirizzi di uno stesso imputato per due diversi capi di imputazione. Nonostante nessun reato di danneggiamento sia stato mai contestato, è stato riconosciuto un risarcimento danni per cinquemila euro al Comune di Corridonia costituitosi parte civile. Da parte della difesa reazioni comunque positive sull'andamento dell'istruttoria dibattimentale che ha evidenziato con chiarezza l'inconsistenza dell'impianto accusatorio "ponendo le condizioni per una corretta valutazione dei fatti in sede di appello".
Corridonia, marzo 2004. Una battaglia collettiva che ha visto protagonisti insieme cittadini e attivisti a difesa dei diritti dei migranti. Cinque capri espiatori per colpire quelle centinaia di persone che rivendicarono il diritto a resistere alla vergogna dei Cpt. Da allora nessun Cpt è più stato realizzato nelle Marche.
Continua...

Rassegna Stampa Processo

Corriere Adriatico - Macerata - prima pagina
Le polemiche sul centro per clandestini, mano pesante del giudice per i cinque no global
ASSALTO AL CONSIGLIO, CONDANNATI
Il Comune, parte civile, ha ottenuto un risarcimento di cinquemila euro
CORRIDONIA - Sono stati condannati a pene che variano da un anno e quattro mesi di reclusione a quattro mesi, i cinque no global che il 3 marzo del 2004 interruppero una seduta del consiglio comunale di Corridonia e occuparono l'aula per protestare contro il progetto (poi sfumato) di realizzare a Piedicolle un Centro di permanenza temporaneaper clandestini. Il giudice Luigi Reale, dopo due ore di camera di consiglio, ha emesso una sentenza di condanna per tutti e cinque gli imputati, ai quali venivano contestati a vario titolo reati che vanno dall’interruzione di pubblico servizio a resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. Il Comune assistito dall’avvocato Pietro Antonio Siciliano ottiene un risarcimento di 5.000 euro per i danni.

Disappunto invece della Comunità resistenti delle Marche
ASSALTO AL CONSIGLIO, 5 CONDANNE
I no global avevano interrotto l’assise sul centro per clandestini
CORRIDONIA - Sono stati condannati a pene che variano da un anno e quattro mesi di reclusione a quattro mesi, i cinque no global che il 3 marzo del 2004 interruppero una seduta del consiglio comunale di Corridonia e occuparono l'aula per protestare contro il progetto (poi sfumato) di realizzare a Piedicolle un Centro di permanenza temporanea per clandestini (Cpt). Il giudice Luigi Reale, dopo due ore di camera di consiglio, ha emesso una sentenza di condanna per tutti e cinque gli imputati, ai quali venivano contestati a vario titolo reati che vanno dall’interruzione di pubblico servizio a resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. Il Comune, che attraverso l’avvocato Pietro Antonio Siciliano si era costituito parte civile, ha ottenuto un risarcimento danni di 5.000 euro. Quella sera l’aula del Consiglio era affollatissima: c'erano cittadini di ogni età, esponenti dei centri sociali e numerosi agenti di polizia e carabinieri. Ad un certo punto, un gruppo di persone superò i cancelli dell’emiciclo riservato ai consiglieri: da un ingresso laterale entrarono vari agenti di polizia tentando di formare una barriera fra manifestanti e consiglieri, e lì si scatenò il parapiglia. Una poliziotta che si era accovacciata su un tavolo per scattare fotografie della scena cadde rovinosamente a terra, forse spinta da qualcuno, e la seduta consiliare venne sospesa.I cinque no global (difesi dai legali Paolo Cognini e Stefano Crispiani) furono identificati grazie alle foto scattate dagli agenti e rinviati a giudizio su richiesta del sostituto procuratore Andrea Laurino. Alessio Abram, 39 anni, di Ancona, è stato condannato a un anno e quattro mesi, Nicola Mancini, 27, di Senigallia e Michele Mondaini, 33, di Ancona, a un anno, Matteo Breccia, 29, e Danilo Burattini, 38, anche loro di Ancona, a quattro mesi. Tutti, fatta eccezione per Abram, con pena sospesa. Anche il pm, vice procuratore onorario Stefano Lanari, aveva chiesto la condanna di tutti gli imputati. Ieri il tribunale era presidiato dalle forze dell’ordine. Numerosi anche gli esponenti dei centri sociali. Intanto la Comunità Resistenti delle Marche esprime il suo disappunto. Sono state condannate cinque persone arbitrariamente elette a capro espiatorio tra le centinaia che si resero colpevoli di aver esercitato il diritto di difendere i diritti – si legge nella nota -. I diritti fondamentali di uguaglianza, libertà e dignità umana sistematicamente violati all’interno dei Cpt, veri e propri lager. E’ stata una sentenza di condanna contro i contenuti politici e sociali espressi collettivamente da quella moltitudine che ha scelto di prender parola contro l’eventualità che il nostro territorio lasciasse spazio alla barbarie dei campi di detenzione. Nella certezza dell’assoluta estraneità degli imputati ai fatti contestati siamo fermamente convinti che esistano tutti gli elementi per ristabilire la verità dei fatti in fase di Appello. Come in tanti abbiamo fatto questa mattina (ieri per chi legge, ndr) all’esterno e all’interno del tribunale, proseguiranno le nostre battaglie a fianco dei cittadini migranti per la chiusura dei Cpt e contro ogni forma di discriminazione.
DANIEL FERMANELLI

Corriere Adriatico - Ancona
Un anno e quattro mesi ad Alessio Abram, l’unico senza sospensione della pena
I Resistenti: “Sentenza ingiusta” Per l’occupazione del consiglio comunale di Corridonia contro il Cpt CONDANNATI CINQUE NO GLOBAL
MACERATA - Il loro gesto politico, inscenato per protestare contro i centri d’accoglienza per immigrati, andò oltre il lecito. Pagano pegno in tribunale i cinque no global di Ancona e Senigallia che il 3 marzo 2004 andarono in missione a Corridonia, dove la giunta, allora di centrodestra, stava per licenziare un progetto poi accantonato di realizzare un Cpt in contrada Piedicolle. I cinque militanti dei centri sociali occuparono per protesta l’aula del consiglio comunale scatenando un parapiglia che interruppe i lavori dell’assemblea dedicati anche a una variante al Prg necessaria per il progetto di Centro di permanenza temporanea per clandestini. Cinque occupanti, tra i volti noti della sinistra antagonista, a cominciare dall’anconetano AlessioAbram, sono stati condannati ieri dal giudice del tribunale di Macerata Luigi Reale a pene da 4 a 16 mesi di reclusione. Colpevoli a vario titolo di interruzione di pubblico servizio, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. Il Comune di Corridonia, parte civile tramite l’avvocato Pietro AntonioSiciliano, ha ottenuto un risarcimento di 5.000 euro. La sera dell’occupazione l’aula era stipata di cittadini, militanti dei centri sociali e numerosi poliziotti e carabinieri. Un gruppo di no global superò le transenne invadendo l’emiciclo riservato ai consiglieri: gli agenti tentarono di arginarli e si scatenò una mischia. Ne fece le spese una poliziotta che s’era issata su un tavolo per fotografare la scena. Cadde malamente a terra, forse spintonata, e la seduta venne sospesa. I cinque no global, difesi dagliavvocati Paolo Cognini e Stefano Crispiani, erano stati identificati proprio grazie alle foto scattate dagli agenti. La condanna più pesante (un anno e quattro mesi) è toccata ad Alessio Abram, 39 anni. Un anno la pena inflitta a Nicola Mancini, 27 anni, di Senigallia e Michele Mondaini, 33, di Ancona, mentre Matteo Breccia, 29, e Danilo Burattini, 38, anche loro anconetani, sono stati condannati a quattro mesi. Tutti con pena sospesa, tranne Abram, noto in città non solo per il suo attivismo in campagne sociali e di solidarietà, ma anche come capotifoso dell’Ancona, ruolo che gli è costato diversi processi. Il pm onorario Stefano Lanari aveva chiesto la condanna per tutti gli imputati, in un tribunale blindato dalle forze dell’ordine e affollato anche da esponenti dei centri sociali. La sentenza è stata duramente criticata dalle Comunità Resistenti delle Marche. “Sono state condannate cinque persone arbitrariamente elette a capro espiatorio tra le centinaia che si resero "colpevoli" di aver esercitato il diritto di difendere i diritti fondamentali di uguaglianza, libertà e dignità umana sistematicamente violati all’interno dei Cpt”. I no global restano “fermamente convinti che esistano tutti gli elementi per ristabilire la verità dei fatti in appello”.

Resto del Carlino - Macerata
Pene fino a un anno e 8 mesi per 5 ragazzi
IRRUZIONE IN MUNICIPIO, NO GLOBAL CONDANNATI
CORRIDONIA - Cinque condanne per i no-global che, nel marzo 2004, fecero irruzione nel municipio di Corridonia. Ieri, nel tribunale di Macerata presidiato dalla polizia, gli imputati hanno avuto pene che vanno da un anno e otto mesi a quattro mesi di reclusione. L’episodio nasce dal progetto, avviato all’epoca dal Comune di Corridonia, di realizzare un Centro di permanenza temporanea per immigrati. La sera del 3 marzo il consiglio comunale avrebbe dovuto deliberare la variante al Prg per la realizzazione della struttura. Ma la seduta venne interrotta da un gruppo di manifestanti, che impedirono la prosecuzione della discussione. La polizia in municipio fece alcune riprese, esaminando le quali in cinque finirono sotto accusa: gli anconetani Alessio Abram, 39 anni, Michele Mondaini, 33, Matteo Breccia, 29, e Danilo Burattini, 41, e il senigalliese Nicola Mancini, 27 anni, imputati per resistenza a pubblico ufficiale, lesioni e interruzione di pubblico servizio. Ieri il giudice Reale ha sentito le versioni dei cinque imputati, difesi dagli avvocati Cognini e Crispiani. Tutti hanno ammesso di essere intervenuti alla seduta consiliare, per avere informazioni sul progetto. Hanno poi affermato di essere stati spinti da altri, e hanno escluso di aver avuto qualsiasi contatto con le forze dell’ordine. Chiusa l’istruttoria il Pm (l’avvocato Stefano Lanari) ha chiesto la condanna dei cinque: un anno e otto mesi per Abram, un anno per Mancini e Mondaini, otto mesi per Breccia e Burattini. I difensori hanno invece chiesto l’assoluzione degli imputati. Dopo due ore di camera di consiglio il giudice ha condannato Abram a un anno e otto mesi di reclusione, Mancini e Mondaini a un anno, Breccia e Burattini a quattro mesi. Solo Abram (per i suoi precedenti) non ha avuto la sospensione della pena. Tutti poi sono stati condannati a risarcire con 5mila euro il Comune di Corridonia, parte civile con l’avvocato Pietro Antonio Siciliano. «Un fatto grave — commenta la Comunità dei resistenti, molti dei quali erano ieri in aula —: la condanna a carico di cinque persone arbitrariamente elette a capro espiatorio tra le centinaia che si sono rese “colpevoli” di aver esercitato il diritto di difendere i diritti. I diritti di uguaglianza, libertà e dignità umana violati nei Cpt. Il pronunciamento è una condanna contro i contenuti politici e sociali espressi da quella moltitudine, che ha scelto di prender parola contro l’eventualità che il nostro territorio lasciasse spazio alla barbarie dei campi di detenzione. Siamo convinti che esistano tutti gli elementi per ristabilire la verità dei fatti in fase di appello».

Il Messaggero - Macerata - prima pagina
ALLARME BOMBA DURANTE PROCESSO AI "RESISTENTI"
Si è chiuso con cinque condanne il processo ai “resistenti delle Marche”, alla sbarra dopo i disordini nel corso del consiglio comunale di Corridonia del 3 marzo 2004. Un ultimo e movimentato atto del processo di primo grado quello di ieri: l’edificio era blindato da polizia e carabinieri, ma ad inizio mattinata è arrivato un allarme bomba telefonico che ha bloccato per un’ora le attività del Tribunale di Macerata.

Conclusione movimentata del processo ai “resistenti”
ALLARME BOMBA IN TRIBUNALE
Incidenti per il Cpt di Corridonia, condannati cinque no global. "Fatto grave" sostiene il movimento.
L’episodio era avvenuto durante una seduta del consiglio comunale
Si è chiuso con cinque condanne il processo ai “resistenti delle Marche”, alla sbarra dopo i disordini nel corso del consiglio comunale di Corridonia del 3 marzo 2004. Quel giorno centinaia di persone entrarono nell’aula, durante la seduta dedicata al Centro di permanenza temporaneo per immigrati, per protestare e chiedere un’assemblea pubblica. Un ultimo e movimentato atto del processo di primo grado quello di ieri: l’edificio era blindato da polizia e carabinieri, ma ad inizio mattinata è arrivato un allarme bomba telefonico che ha bloccato per un’ora le attività del Tribunale. All’udienza hanno assistito numerosi ragazzi della comunità dei Resistenti. Dopo due ore di camera di consiglio, il giudice Luigi Reale ha emesso il verdetto nei confronti dei cinque imputati, tutti di Ancona. Alessio Abram, 39 anni, è stato condannato a 1 anno e 4 mesi di reclusione. Per Nicola Mancini, 26enne nativo di Senigallia e Michele Mondaini, 32 anni, a 1 anno di reclusione, pena sospesa. Infine condanna a 4 mesi, sospesa, per Matteo Breccia, 29 anni, e Danilo Burattini, 38enne. L’accusa, sostenuta dal Pm onorario Stefano Lanari, parlava a vario titolo di interruzione di pubblico servizio, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale. Sono arrivate anche assoluzioni per alcuni di questi capi d’accusa: Abram assolto per lesioni ad una poliziotta, Breccia e Burattini per resistenza. Inoltre, sono stati condannati in solido al pagamento di 5mila euro di risarcimento per il comune di Corridonia, parte civile con l’avvocato Pietro Antonio Siciliano, più 2mila euro di spese legali.Gli avvocati dei cinque no global, Paolo Cognini e Stefano Crispiani, hanno preannunciato appello. «C’è assoluta carenza di elementi che le condotte degli imputati siano fonte di responsabilità penale», hanno sostenuto i difensori nelle loro arringhe finali. Il Pm Lanari aveva chiesto invece per loro condanne da 8 mesi fino a 1 anno e 6 mesi. La richiesta di parte civile era di 10mila euro di risarcimento. Prima della discussione hanno parlato i cinque imputati, raccontando la loro versione dei fatti su spinte e ressa che si erano verificate quella sera nell’aula consiliare di Corridonia, con il successivo intervento delle forze dell’ordine. La comunità dei Resistenti, in una nota ufficiale, commenta la sentenza come «un fatto grave, cinque persone sono arbitrariamente elette a capro espiatorio tra le centinaia che a Corridonia quella sera si sono rese unicamente “colpevoli” di aver esercitato il diritto di difendere i diritti».L’udienza conclusiva del processo è, come si diceva, cominciata in ritardo, dopo che un falso allarme bomba è arrivato, via telefono, poco prima delle 9. «C’è una bomba nel palazzo», ha detto una voce al telefono della guardia giurata all’ingresso del Tribunale. Sono subito intervenuti gli uomini coordinati dal sostituto commissario Camillo Bruno, ed è stato evacuato l’edificio. Dopo quasi un’ora di controlli, l’ok per il rientro. «Stavo arrivando in ufficio quando sono stato avvertito della telefonata, senza panico tutti hanno lasciato l’edificio», spiega il presidente del Tribunale, Giovanni Rebori, che dopo l’ok delle forze dell’ordine ha disposto il rientro in aule e uffici. Gli inquirenti procedono per procurato allarme.
di CARLO PERRI

Il Messaggero - Ancona
INCIDENTI PER IL CPT: CONDANNATI ABRAM ED ALTRI QUATTRO NO GLOBAL
Si è chiuso con 5 condanne il processo ai “resistenti delle Marche”, tutti anconetani, alla sbarra dopo i disordini nel corso del consiglio comunale di Corridonia del 3 marzo 2004. Quel giorno centinaia di persone entrarono nell’aula, durante la seduta dedicata al Centro di permanenza temporaneo per immigrati, per protestare e chiedere un’assemblea pubblica. Il giudice ha emesso ieri il suo verdetto. Alessio Abram, 39 anni, è stato condannato a 1 anno e 4 mesi di reclusione. Nicola Mancini, 26enne nativo di Senigallia e Michele Mondaini, 32 anni, sono stati condannati a 1 anno di reclusione, pena sospesa. Infine condanna a 4 mesi, sospesa, per Matteo Breccia, 29 anni, e Danilo Burattini, 38enne. L’accusa parlava a vario titolo di interruzione di pubblico servizio, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale. Sono arrivate anche assoluzioni per alcuni di questi capi d’accusa: Abram assolto per lesioni ad una poliziotta, Breccia e Burattini per resistenza. Inoltre, sono stati condannati in solido al pagamento di 5mila euro di risarcimento per il comune di Corridonia, parte civile con l’avvocato Pietro Antonio Siciliano, più 2mila euro di spese legali. Gli avvocati dei cinque no global, Paolo Cognini e Stefano Crispiani, hanno preannunciato appello.
Continua...

NO CPT - PRESIDIO IN TRIBUNALE

Venerdì 21 settembre presso il tribunale di Macerata si svolgerà un'udienza molto importante del dibattimento contro i cinque attivisti delle Comunità Resistenti processati per aver manifestato contro il tentativo di costruire un Centro di Permanenza Temporanea sul nostro territorio.
Quella sera eravamo in tanti a Corridonia ad opporci alla realizzazione del Cpt, uno strumento insensato e inumano per reprimere e controllare le dinamiche migratorie.
Venerdì andiamo tutti ad assistere all'udienza, facciamo sentire la nostra vicinanza agli accusati.
Per la chiusura di tutti i Cpt, Per la depenalizzazione dei reati sociali, Per il diritto di partecipazione e coinvolgimento alle scelte politichie ed economiche del nostro territorio.
Le lotte per i diritti non si processano! Diritto di resistenza contro i lager per migranti!
Appuntamento venerdì 21 settembre alle ore 8.45 davanti al tribunale di Macerata.
Comunità Resistenti delle Marche
Continua...