ORARI DI APERTURA

Lo sportello legale dell'Ambasciata dei Diritti e l'osservatorio contro le discriminazioni sono in via Urbino, 18 - Ancona. Per appuntamenti o informazioni potete conotattarci scrivendo a ambasciata@glomeda.org

15 OTTOBRE TUTTI A ROMA - indignarsi non basta dobbiamo essere protagonisti del nostro destino

La crisi che stiamo pagando è doppia: da un lato sottrazione di ingenti risorse dai bilanci pubblici per la ricapitalizzazione delle banche e dall'altro politiche di austerità per risanare il debito pubblico che tale sottrazione produce. Anni di politiche neo-liberiste all'insegna delle privatizzazioni, delle speculazioni finanziarie, della devastazione ambientale lasciano sul terreno una realtà cruda e violenta: ricchezza e privilegi per i guru della finanza e dello sfruttamento globale, miseria senza diritti e senza prospettive per tutti gli altri.
L'economia prende in ostaggio la politica e la centralità del potere legislativo cede il passo a quello esecutivo.
Lo spostamento della sovranità verso luoghi transnazionali come la BCE trasforma i governi in meri esecutori di decisioni prese in sedi non elette e fuori da ogni controllo democratico. L'introduzione nelle Costituzioni europee dell'obbligo del pareggio di bilancio è una cessione di sovranità di proporzioni storiche con la quale si afferma che al centro del diritto non devono esserci né le persone né i popoli ma i mercati finanziari.
L’Italia dentro questo scenario ha l’aggravante del Governo Berlusconi e di un modello politico-economico che ha fatto della cancellazione dei diritti dei lavoratori e della mercificazione dei corpi il proprio tratto distintivo.
Questo non può essere il nostro mondo. I tatticismi del centro-sinistra, con il tentativo di estendere a livello nazionale la sperimentazione marchigiana dell'asse di governo Pd-Udc, ed il chiaro impegno di voler obbedire agli ordini della BCE, non può essere la nostra prospettiva. Il “Manifesto per l'Italia” di Confindustria, già rivolto al successore di Berlusconi, non può essere Il nostro futuro.
Costruire un'alternativa che restituisca diritti, dignità, lavoro, reddito, sovranità è una possibilità concreta ed urgente di cui dobbiamo farci carico in prima persona. A partire dalle Marche dove la crisi, come ovunque, distrugge posti di lavoro, impatta sui territori con opere devastanti per l’ambiente e per la salute dei cittadini, fa aumentare la precarietà tra i giovani provocando uno stato d’emergenza che colpisce anche gli immigrati con politiche dei respingimenti, come dimostra la drammatica quotidianità al Porto di Ancona.
Il 15 ottobre una mobilitazione che si ritrova dietro lo slogan comune “«United for global change», porterà l’indignazione nelle capitali euro-mediterranee e che in Italia si dispiegherà in una grande manifestazione a Roma.
Una data fondamentale dalla quale iniziare a costruire un’alternativa politica fondata sui beni comuni, sulla difesa e l'estensione del contratto nazionale di lavoro e dei diritti sanciti dallo Statuto dei lavoratori, su una radicale riforma del welfare a partire dal reddito minimo garantito e dalla difesa dei servizi pubblici locali contro ogni tentativo di privatizzazione. Ma anche una data da cui possa partire una mobilitazione permanente nei singoli territori che sappia dimettere dal basso il Governo Berlusconi.
Il 15 ottobre deve essere qualcosa di più di una manifestazione e qualcosa di più di un giorno: deve essere un percorso che vive nei nostri territori e che giunge al 15 ottobre per oltrepassarlo.
Perché vogliamo che il 15 ottobre sia da subito anche l'occasione per una riflessione profonda tra soggetti e soggettività politiche, sindacali e sociali che abbia al centro la problematica della costruzione di un nuovo spazio pubblico che sia motore di mobilitazione, inclusivo e non autosufficiente, ma anche luogo di costruzione dal basso di un'alternativa reale.


Giovedì 6 ottobre alle ore 21 alla Casa delle Culture di Ancona si terrà un’assemblea per preparare al meglio la partecipazione alla manifestazione del 15 a Roma e iniziare a confrontarsi su un percorso di mobilitazione che ci veda protagonisti nei nostri territori.

Promotori
Francesca Alberti, Enza Amici, Alfredo Antomarini, David Bastioli, Paolo Battisti, Margherita Barocci, Oskar Barrile, Nadia Bertini, Marco Bocci, Carlo Brunelli, Danilo Burattini, Janita Biondi, Loris Calcina, Luca Canonici, Giancarlo Centanni, Christofer Ceresi, Gabriella Ciarlatini, Giuseppe Ciarrocchi, Tommaso Cingolani, Evasio Ciocci, Paolo Cognini, Francesco Coltorti, Massimo Corinaldesi, Stefano Crispiani, David Cristofaro, Susanna Ciumelli, Daniele Dubbini, Ilaria Fava, Roberto Frey, Maurizio Foglia, Alessio Giorgetti, Andrea Giorgi, Valentina Giuliodori, Fausto Gullini, Nicola Mancini, Roberto Mancini, Milvia Marzioni, Edoardo Mentrasti, Rossana Montecchiani, Edaniele Mori, Ennio Pattarin, Marcello Pesarini, Tiziano Polidori, Giuseppe Postacchini, Pierpaolo Pullini, Francesco Recanatesi (Reka), Emanuele Rossi, Cinzia Ruggeri, Sergio Ruggeri, Sergio Sinigaglia, Andrea Spedicato, Emanuele Tartuferi, Valeria Tizzoni, Sergio Zampini.




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GIÙ LE MANI DAL REFERENDUM GIÙ LE MANI DALL’ACQUA PUBBLICA FUORI FEDERUTILITY DALLA GESTIONE DELL’ACQUA



Queste le parole e gli slogan che hanno accompagnato la giornata di ieri, questi i motivi per cui come Ambasciata dei Diritti di Ancona insieme al Comitato Referendario 2 si per l’Acqua Bene Comune di Ancona e al Coordinamento Marchigiano dei Movimenti per l’Acqua ci battiamo da anni, da quando è stata presentata nel 2007 la proposta di iniziativa popolare per la ripubblicizzazione del servizio idrico integrato*. L’Ambasciata lavora su diversi temi ambientali, ha ottenuto con altre associazioni cittadine la raccolta differenziata per il Comune di Ancona, lavora e si batte per la riappropriazione degli spazi cittadini e per la valorizzazione della città come bene comune. La battaglia per l’acqua è stata il naturale proseguo di battaglie già avviate sui beni comuni. Ieri ad Ancona, insieme a tutte le anime che hanno partecipato alla manifestazione contro la staffetta organizzata da Federutility, crediamo che si sia costruita una giornata straordinaria in cui è stata riaffermata la sovranità popolare e il tipo di democrazia a cui aspiriamo. L’acqua è una battaglia paradigmatica per tutti i beni comuni. Attraverso questa battaglia abbiamo costruito relazioni, consenso e interrelazioni. Ci siamo confrontati anche duramente con tanti no, siamo stati additati di utopia e di “vivere fuori dalla realtà”. Invece siamo più forti di prima: forti dei 26 milioni di si che abbiamo ottenuto per il referendum e forti dell’idea che abbiamo di democrazia partecipativa e di gestione pubblica dei beni comuni. Questa forza ci deriva anche dai primi esempi che cominciano a realizzarsi in Italia per la ripublicizzazione della gestione dell’acqua: prima dovevamo richiamare Parigi e Berlino per parlare di ripublicizzazione dell’acqua oggi possiamo parlare di Napoli** e speriamo presto anche della Provincia di Ancona. Noi saremo in prima linea come ieri a combattere perché Multiservizi Spa venga trasformata in azienda speciale e che la gestione dell’acqua sia pubblica e partecipata. Grazie a quanti ci hanno sostenuto durante la campagna referendaria e grazie a quanti hanno partecipato ieri.

Lo slogan che ci ha accompagnato in questi anni “Perché si legge acqua e si scrive democrazia” dopo ieri lo urliamo un po’ più forte!

*http://www.acquabenecomune.org/spip.php?rubrique=96

**http://www.acquabenecomune.org/raccoltafirme/index.php?option=com_content&view=article&id=1115:napoli-lacqua-e-un-bene-comune&catid=144&Itemid=103

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Bloccata la staffetta dell'Acqua


Oggi ad Ancona ad accogliere la steffetta "truffa" dell'Acqua di Federutility c'era il Coordinamento regionale dei Movimenti per l'acqua che ha impedito che la manifestazione si tenesse.

La staffetta faceva seguito all’ingannevole “Festival dell’acqua” conclusosi a Genova lo scorso 10 settembre, voluto dalla stessa Federutility e da quasi tutti i gestori privati dell’acqua del nostro paese. Federutility, dopo essersi apertamente e pubblicamente pronunciata contro i referendum, continua ad affermare che solo i privati sono in grado di sostenere i finanziamenti per gli investimenti nel settore idrico. 27 milioni di italiane/i si sono espressi, al contrario, per la gestione pubblica e partecipativa dell’acqua in quanto bene comune e non sottoponibile alle logiche del profitto. Il Coordinamento ha ribadito agli amministratori locali che devono impegnarsi immediatamente per l’applicazione della volontà popolare, e non finanziare iniziative che nulla hanno a che fare con quanto dichiarato con il referendum.

La Festa dell’acqua e la staffetta sta costando ben 450.000 euro che pagheremo tutti noi attraverso le bollette.

Oltre ad ottenere che Federutility e Multiservizi lasciassero la piazza, il coordinamento al grido di Acqua Pubblica ha impedito che l'inviata di Catterpillar facesse il collegamento radiofonico in diretta bloccando una subdola comunicazione.

Il Coordinamento ha chiesto agli amministratori di iniziare seriamente il percorso della ripublicizzazione dell’acqua senza se e senza Spa e di ridurre le tariffe dell’acqua della quota relativa alla remunerazione del capitale investito di quel 7% abrogato dalla vittoria del secondo quesito referendario.

Il percorso è iniziato con la concessione di un Consiglio Comunale aperto dedicato all'a ripubblicizzazione dell'acqua.

Giù le mani dal Referendum!

Perché si scrive acqua ma si legge democrazia!

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