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Lo sportello legale dell'Ambasciata dei Diritti e l'osservatorio contro le discriminazioni sono in via Urbino, 18 - Ancona. Per appuntamenti o informazioni potete conotattarci scrivendo a ambasciata@glomeda.org

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Comunicato stampa coordinamento marchigiano movimenti per l'acqua

PRESIDIO REGIONE MARCHE PER LA LEGGE 157/2011

Venerdì mattina, prima dell’inizio delle votazione del Consiglio Regionale della proposta di Legge n.157 concernente “Disposizioni in materia di risorse idriche e di servizio idrico integrato”, tante/i del Coordinamento Marchigiano dei Movimenti per l’Acqua si sono presentati in Regione per presidiare la riunione e per ottenere un incontro con i consiglieri regionali della IV Commissione.
La pressione esercitata nei giorni precedenti e la presenza degli attivisti dell’acqua ha determinato l’incontro e la possibilità di contestare ed evidenziare che questa legge non risponde a quanto chiesto da oltre la maggioranza assoluta degli elettori marchigiani che si sono espressi molto chiaramente, con il referendum del 12 e 13 Giugno, sulla gestione dell’acqua.

Il Coordinamento ha ribadito che l’articolo 10, così come espresso e formulato, produce sostanzialmente un aumento della tariffa e dunque tale articolo deve essere o soppresso o riscritto facendo riferimento al secondo quesito referendario, che definisce la tariffa, e che qualsiasi investimento aggiuntivo non possa essere a carico della tariffa stessa.

L’altro punto di discussione ha riguardato la necessità, non più rinviabile, della costituzione di un tavolo tecnico/partecipato per la definizione di una legge organica sulla gestione dell’acqua nella Regione Marche che includerebbe anche la Legge 157.



Coordinamento Marchigiano dei Movimenti per l‘Acqua Abbiamo chiesto ai Consiglieri un atto di coraggio “democratico” che, al di là dei tecnicismi legislativi e burocratici, vada incontro alla volontà popolare che ha sancito inequivocabilmente che l’acqua è un bene comune e come tale deve essere gestito in maniera pubblica e partecipativa.

L’eliminazione dalla bolletta della remunerazione del capitale investito e la ripubblicizzazione del servizio idrico integrato attraverso la costituzione di un’ Azienda Speciale, sono i due fari che devono essere seguiti quando si legifera in materia di acqua. La Regione deve avere il compito e l’onere, a nostro avviso, di creare le basi per il completo recepimento dei risultati referendari, cosi come altre amministrazioni pubbliche stanno facendo. Questo è quanto chiesto dal Coordinamento Marchigiano dei Movimenti per l’Acqua che rappresentava oggi in sede istituzionale oltre la maggioranza assoluta degli elettori marchigiani espressasi durante il referendum.

Nella seduta di martedì è prevista la votazione della Legge. Noi vigileremo e continueremo a fare pressione fino a quando l’acqua nella nostra regione non sarà gestita in maniera pubblica e partecipata.


Ancona, 16-12-2011.
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Occupy Ancona!


Sabato ad Ancona la manifestazione convocata dalla “Assemblea Permanente Movimenti Marche”. Si inizia alle 17,00 in Piazza Roma. Interventi, flash mob, musica ribelle: la società civile organizzata prende la parola e l’iniziativa contro la manovra Monti, per costruire l’alternativa ad un modello che distrugge le vite delle persone e l’ambiente.

Piazza Roma come Zuccotty Park? Il centro del capoluogo regionale come quel piccolo luogo nel cuore di Manhattan, divenuto simbolo degli “indignati” di tutti il mondo? Diciamo che la manifestazione, dal titolo “Occupy Ancona”, che l’Assemblea Permanente Movimenti Marche ha promosso per sabato 17 dicembre a partire dalle 17, sarà molto di meno, ma anche molto di più. Di meno perché “l’accampata” durerà solo qualche ora e non ci sarà nessuna occupazione in pianta stabile della piazza (per ora). I gazebo che verranno installati sin dal primo pomeriggio saranno una presenza momentanea e ognuno tratterà i temi più importanti al centro dell’iniziativa: lavoro, acqua, ambiente, precarietà, diritti delle persone. Molto di più perché la varietà e la ricchezza dei movimenti e delle singolarità presenti all’interno della neonata rete regionale si dispiegherà ampiamente durante la manifestazione. Il programma che si sta ultimando in queste ore prevede interventi delle situazioni simbolo dell’indignazione marchigiana: dai lavoratori licenziati o in cassa integrazione, a chi è impegnato nella resistenza ecologica contro i progetti distruttivi del territorio, dai comitati per l’acqua pubblica, da mesi mobilitati affinché sia rispettata la volontà dei 27 milioni di italiani che a giugno hanno detto chiaramente che i beni comuni non possono essere usati per fare profitto, ai ragazzi dei collettivi studenteschi, dai precari agli immigrati, proprio a pochi giorni dalla terribile strage di Firenze. Ma anche musica, flash mob di gruppi teatrali, “provocazioni” sui temi della crisi in mezzo allo shopping natalizio. Insomma un primo momento di mobilitazione contro la manovra del Governo Monti che “colpisce i soliti” e non tocca “le grandi rendite finanziarie”. Perché “un’altra economia è possibile, rispettosa dei diritti delle persone e dell’ambiente”.

L’Assemblea Permanente Movimenti Marche chiama a raccolta tutti quelli che non vogliono abbassare la testa. Sabato Piazza Roma i protagonisti saranno loro. Continua...

Con Samb e Diop nel cuore!

Gli uomini uccisi nell’agguato di Firenze si chiamavano Samb Modou, 40 anni, e Diop Mor, 54 anni, abitanti a Sesto Fiorentino. In piazza Dalmazia, è stato ferito anche Moustapha Dieng, 34 anni, ora in prognosi riservata a Careggi, e, in San Lorenzo, Sougou Mor 32 anni, e Mbenghe Cheike, 42 anni. I due morti e i tre feriti sono tutti senegalesi.
La violenza razzista che ha portato a questa tragedia scuote profondamente ma purtroppo non stupisce. Come il pogrom della Continassa a Torino, l'omicidio di Samb e Diop ci dice che i responsabili di questi gesti di violenza non sono pazzi né vittime di un improvviso accecamento della ragione.

Sono invece lucidi neofascisti, appartenenti a Casa Pound, Forza Nuova o altri gruppuscoli dell’estrema destra, che da tempo riescono a trovare spazi nei quali esprimere apertamente la loro politica di intolleranza, potendo contare su ampio sostegno e copertura da parte dei partiti di centro-destra.
Non c’è infatti soluzione di continuità tra l'odio costantemente seminato da organizzazioni xenofobe come queste, le politiche governative promosse da partiti come la Lega Nord, sempre tese a respingere e criminalizzare lo straniero e il diverso, e la prontezza dei mezzi d’informazione nell'amplificare i fatti di cronaca nera che hanno i migranti come (molto spesso presunti) protagonisti: sono tutti elementi che concorrono a rendere il razzismo socialmente accettabile e necessario al potere. Tanto più nella fase presente, l’intolleranza e l’odio per il diverso divengono quasi il naturale rovescio della medaglia dell’attuale devastazione economica e sociale. L’esistenza di tali gruppi è pienamente parte di un’inaccettabile “guerra fra poveri”, che le attuali politiche di austerity favorisce, inducendo chi già paga pesantemente il prezzo della crisi globale ad annientarsi reciprocamente.


Sta in questo dato l’importanza di affrontare quanto accaduto fuori dalle vuote retoriche dell’“istante di follia di un pazzo”, del “vu’ cumprà abusivo”, del “rom che puzza”, ma chiamando le persone e i loro gesti con il loro nome.
Quanto successo a Firenze è opera di Gianluca Casseri, non un folle ma una delle “menti pensanti” di Casa Pound e scrittore di libri inneggianti all’odio razziale presentati nei vari circoli; non un cane sciolto, quindi, ma organizzato con altri, i quali in queste ore stanno tentando invano di cancellare dal web le tracce del loro legame.

L’alternativa reale all’attuale crisi passa perciò anche dalla chiarezza e dalla forza con la quale con la quale rifiutiamo la presenza di gruppi come Casa Pound e Forza Nuova all’interno delle nostre città.
La chiarezza e la forza con la quale affermiamo che si può uscire con dignità dalla crisi solo costruendo concretamente uguaglianza, solidarietà e rispetto, come quelle che sta sperimentando la comunità senegalese e la Firenze antirazzista in queste ore.
La chiarezza e la forza con le quali è doveroso rispondere alle strumentali bugie del mainstream politico e mediatico, spesso incline a chiudere gli occhi di fronte al fatto che i covi dei neofascisti sono le incubatrici della violenza e dell’intolleranza razzista e per questo devono essere immediatamente chiusi, respinti e privati di ogni cittadinanza ed agibilità politiche.


Da OccupyAncona a Firenze:
Con Samb e Diop nel cuore!
Chiudere i covi fascisti!
Chiudere Casa Pound e Forza Nuova!

L’antifascismo non si arrende. L’antirazzismo non sta in silenzio..
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Assedio e Diritti Umani a Gaza


Incontro con:
Khalil S. Shaheen e Mohammed El Zaeem
del Palestinian Centre for Human Rights di Gaza

Ancona giovedì 15 dicembre ore 21, Ambasciata dei Diritti
via Urbino 18 Ancona

Un appuntamento per rompere la «cospirazione del silenzio», quella «cortina che nasconde» le informazioni sull’«apartheid della popolazione palestinese a Gaza».

La Campagna Palestina Solidarietà organizza una serata con due rappresentanti del Palestinian Center for Human Rights, una delle organizzazioni palestinesi per la tutela dei diritti umani.

Si tratta dell’avvocato Khalil Shaheen e del volontario Mohammed El Zaheem, in questi giorni in Italia proprio per testimoniare quanto accade a Gaza nel giorno della giornata mondiale dell’Onu per la solidarietà al popolo palestinese.

«Siamo qui per incoraggiare gli attivisti italiani e chi vuole occuparsi di diritti umani - spiega l’avvocato Shaheen - perchè servono voci e testimonianze della catastrofe palestinese, proprio come lo era Vittorio Arrigoni, volontario italiano ucciso dal terrorismo. Lui era una di queste voci ed era riuscito a descrivere in modo magico il dramma dell’occupazione della Palestina».

«Sono circa 1 milione e mezzo le persone che vivono sotto assedio - spiega Shaheem - Nel 2008 durante l’operazione militare israeliana “Piombo Fuso” morirono 1436 persone, tra le quali molti bambini. Lo scorso agosto sono stati uccisi altri 4 bambini e non si contano i feriti di ogni giorno. Adesso Gaza è una città distrutta: 70 mila case sono devastate e mancano i servizi primari, in particolare nella rete idrica e nelle strutture sanitarie. E non si può fare niente per ricostruirla perché Israele lo impedisce»·

Il Centro Palestinese per i Diritti Umani è un'organizzazione non governativa e senza scopo di lucro con sede a Gaza City, fondata nel 1995 da un gruppo di giuristi e attivisti per i diritti umani palestinesi, dedicata alla tutela dei diritti umani, alla promozione dello Stato di diritto e al rispetto dei principi democratici nei Territori Occupati Palestinesi. Gode dello Statuto Speciale consultivo presso il Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite.

Khalil S. Shaheen è responsabile dell’unità per i diritti sociali ed economici. Conduce studi, workshop e seminari che concentrano l'attenzione sui diritti economici e sociali in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza, promuovendo la loro applicazione. Inoltre, valuta e recensisce le leggi e progetti di legge relativi a tali diritti adottati dall'Autorità palestinese, per garantire che la legislazione sia in armonia con gli standard internazionali.

Mohammed El zaeem, lavora come volontario nel progetto “Oliva", fortemente voluto da Vittorio Arrigoni, nato per monitorare la violazione dei diritti umani perpetrate da Israele in acque palestinesi.
www.pchrgaza.org

Info:
cps.palestina@gmail.com
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Incontro Pubblico con Arnoldo Curruchich Cùmezdirigente del Consejo de las Juventudes Maya Garifuna y Xinca




Vedi la videointervista fatta dall'ambasciata dei diritti.



INTERVISTA di Geraldina Colotti


GUATEMALA
«Enel Green ci ruba le sorgenti»
Arnoldo Curruchich, portavoce indigeno del Consejo de las Juventudes «I nostri fiumi vengono contaminati, l'energia prodotta non serve allo sviluppo delle comunità locali»


«Le multinazionali italiane prendono la nostra acqua, sono qui per dire ai movimenti che abbiamo un problema comune», dice al manifesto il guatemalteco Maximo Arnoldo Curruchich, dirigente del Consejo de las Juventudes Maya Garifuna y Xinca. Curruchich, in Italia per un giro di conferenze, ieri a Roma è intervenuto durante la manifestazione per l'acqua pubblica.
Di cosa si occupa la sua organizzazione?
Nel Consiglio della gioventù Maya Garifuna e Xinca sono rappresentate le tre culture indigene del Guatemala. Su 14 milioni di abitanti, noi maya siamo 9 milioni. Io sono uno degli otto portavoce del Consejo. Abbiamo scelto di non avere un presidente perché una sola persona è più facilmente cooptabile dai poteri forti, mentre il rischio si riduce con una modalità assembleare. Difendiamo i diritti delle nostre popolazioni, che vengono depredate delle proprie risorse naturali. Siamo qui per fare informazione e cercare soluzioni comuni. Da anni esiste un lavoro di mutuo sostegno fra i movimenti italiani e i nostri, anche gli attivisti che cercano di sostenerci e di informare subiscono pressioni e minacce. In Guatemala viviamo una nuova forma di colonizzazione, portata avanti dalle grandi multinazionali minerarie e idroelettriche. Obbiettivo principale delle grandi imprese come Enel è quello di appropriarsi dell'acqua delle comunità indigene che è ancora incontaminata, i nostri fiumi fanno gola, per questo le persone che vivono in quelle zone vengono espropriate ed espulse. Le comunità, però, si stanno organizzando e così si scontrano con i grandi interessi appoggiati dal governo. Il mio compito è anche quello di preparare la visita di tre sindaci indigeni, che arriveranno in Italia ad aprile e che affrontano in prima persona i danni provocati da Enel.
Cosa sta facendo Enel?

. Da tre anni, Enel Green Power è arrivata nella comunità di San Juan Cotzal per costruire l'idroelettrica chiamata Palo Viejo, un impianto ad acqua fluente da 84 Mw che sfrutta il corso del fiume Cotzal e quello dei suoi 3 affluenti. Dovrebbe entrare in funzione nella prima parte del 2012 per produrre ogni anno 370 milioni di Kw. Enel e il sindaco di Cotzal non hanno però consultato le comunità indigene, come prevede la convenzione 169 della Oit, l'Organizzazione internazionale del lavoro, ratificata dallo stato del Guatemala. E ora sta devastando i nostri territori. Nelle sue campagne pubblicitarie, Enel dice che produce energia «verde», ma le cose stanno in modo diverso: i nostri fiumi sono contaminati da sostanze chimiche, l'acqua non si può più bere e la gente non può più fare il bagno al fiume secondo la nostra tradizione perché rischia di ammalarsi. L'energia che viene prodotta in Guatemala non serve al benessere delle nostre popolazioni, e viene esportata all'estero, soprattutto nel vicino Messico. La nostra richiesta principale è che almeno il 20% dell'energia prodotta rimanga nelle comunità, che ne sono prive. Enel però risponde che questo tipo di sviluppo non fa parte della sua politica, e questo suscita grandi conflitti. Ci sono stati già due morti. L'ambasciatore italiano in Guatemala, Mainardo Benardelli, ha anche minacciato gli attivisti che denunciano questa situazione all'estero. Ha fatto pressione sul presidente uscente Alvaro Colom perché inviasse la polizia a reprimere la popolazione. Sono arrivati oltre 1.000 soldati e poliziotti. Quando abbiamo visto gli elicotteri, ci sembrava di essere tornati al terrore di 15-20 anni fa quando l'esercito arrivava per violentare le donne e bruciare le case. Anni in cui sono stati compiuti 114 massacri nelle nostre comunità.
L'ex generale Otto Pérez Molina, accusato di quei massacri, è oggi presidente della Repubblica. E si presenta come un uomo di pace perché ha firmato gli accordi del '96, che hanno messo fine alla guerra civile. Chi avete sostenuto durante la campagna presidenziale del 6 novembre scorso?
Il Consejo de las Juventudes Maya Garifuna y Xinca è composto da giovani sotto il 18 anni, che non hanno ancora il diritto di voto, secondo la nostra costituzione. Abbiamo sostenuto il Frente amplio, la coalizione di sinistra guidata da Rigoberta Menchu. Ho portato con me un video, tradotto in italiano, che contiene le dichiarazioni dell'attuale presidente Molina, detto Manodura: una delle persone che ha comandato il genocidio delle nostre comunità durante la guerra civile. Molina, che assumerà l'incarico il 4 gennaio prossimo, allora rivendicava lo sterminio dei maya come politica di stato: per togliere l'acqua ai pesci (ovvero alla guerriglia), diceva. La commissione delle Nazioni unite, detta del Chiarimento, e uno studio della chiesa cattolica hanno constatato che sono stati uccisi 250.000 indigeni, un milione è stato espulso dalle loro terre, un altro milione è andato in esilio, soprattutto in Messico. Una parte degli esiliati stava cominciando a rientrare, ma con questa nuova situazione, teme che ritorni il terrore..
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Nasce “Assemblea Permanente Movimenti Marche”

La crisi strutturale del sistema neoliberista è da tempo conclamata ed evidente, ma ad oggi sembra impossibile trovare una via d'uscita visto che ogni soluzione viene proposta da chi la crisi l'ha provocata. Va in questa direzione la nascita del Governo Monti. Il comprensibile sollievo per l’abdicazione, almeno per questa fase, di Berlusconi e dei suoi alleati, non può far passare in secondo piano la gravità della scelta che assegna ad un autorevole rappresentante degli interessi della finanza mondiale le redini governative.
Oggi i poteri economici globali vogliono definitivamente distruggere ciò che ancora esiste dello storico modello di welfare europeo. In Italia queste scelte si esplicitano con l’attacco ai diritti dei lavoratori, la privatizzazione dei servizi pubblici locali, nonostante l’esito dei referendum di giugno, la crescente precarizzazione del lavoro e la distruzione sistematica dei territori attraverso politiche antiambientaliste.


Assemblea permanente: Movimenti Marche Nelle Marche tutto ciò è evidente: dalla crisi del lavoro, di cui vicende come quella di Ficantieri, l’Ardo Merloni e la Best di Montefano sono drammatico esempio, alla cementificazione dei territori e l’affermazione di progetti come il rigassificatore di Falconara emblematici esempi di un governo regionale ossequioso verso i potentati economici, fino all’incapacità, almeno a tutt’oggi, delle amministrazioni comunali di recepire le indicazioni dei 27 milioni di cittadini/e che hanno votato affinché i servizi locali siano pubblici.
In questo contesto crediamo imprescindibile costituire uno “spazio del comune” che non vuole limitarsi a sommare le lotte e i conflitti costruiti in questi anni nelle Marche, ma che moltiplichi la partecipazione di tutti quelli che vogliono mettersi in movimento per costruire una alternativa, partendo dalla costituzione di una nuova idea di società, di convivenza, produzione e gestione delle risorse. Dopo che la nostra regione è diventata famosa per il suo modello economico, è stata recentemente esaltata per il cosiddetto “laboratorio politico” che governa la Regione, vogliamo valorizzare il modello sociale espresso dai movimenti marchigiani che in questi ultimi anni hanno creato reti e mobilitazioni territoriali, dalla Fiom ai Centri Sociali, dalle realtà ambientaliste ai comitati per la difesa dell’acqua pubblica e gli studenti, fino ai singoli cittadini impegnati nella militanza civica.
Per questo nasce “L’Assemblea Permanente Movimenti Marche”.
Per il diritto al lavoro e al reddito, per politiche energetiche e territoriali alternative, per l’acqua pubblica, per riconquistare la democrazia e valorizzare la partecipazione.
In sintesi per i beni comuni contro la mercificazione della nostra vita.
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