ORARI DI APERTURA

Lo sportello legale dell'Ambasciata dei Diritti e l'osservatorio contro le discriminazioni sono in via Urbino, 18 - Ancona. Per appuntamenti o informazioni potete conotattarci scrivendo a ambasciata@glomeda.org

Manifestazione per la riapertura del parco della Pace

Sabato gli attivisti dell'Ambasciata dei Diritti hanno appeso striscioni e fatto un volantinaggio per protestare conto la chiusura del parco della pace, sugli striscioni si poteva leggere "aprite il parco" ed "il parco è di tutti". Infatti dal 25 gennaio il parco della pace e il suo campetto sono stati chiusi e resi inutilizzabili per gli abitanti del quartiere. Diversi residenti si sono dimostrati sensibili alla questione e chiesto spiegazioni per la mancata accessibilità al parco. Nel volantino vengono spiegate le motivazioni di tale iniziativa “Sia il parco che il campetto erano un’importante area di svago e gioco per le tante persone che potevano fruirlo e trovare un luogo di socializzazione, essendo una delle poche zone del quartiere facilmente raggiungibile e di libero utilizzo. Il Comune di Ancona, con il pretesto del degrado e dello spaccio ha definitivamente chiuso l’intera area penalizzando tutti, anche chi non c’entra nulla con i fatti spiacevoli che sono accaduti.
Anzi la presenza di ragazzi e adulti nel parco, che veniva così vissuto e presidiato, era un deterrente naturale ai fenomeni di marginalità sociale. Alla chiusura lo hanno presentato come campus scolastico, invece le scuole non lo utilizzano quasi mai e comunque al di fuori dell’orario di lezione non si capisce perché non dovrebbe essere usato da chi vive il quartiere quotidianamente. I parchi e i campetti di quartiere sono le poche aree pubbliche raggiungibili da tutti e disponibili per tutti, e le uniche in cui si possa giocare senza essere a pagamento. Sono un servizio e un diritto per tutti i cittadini. Per questo è importante che esistano e siano accessibili. Svuotare e chiudere gli spazi pubblici non risolve i problemi, ma ne crea altri spostando quelli vecchi da altre parti. (Il verde urbano non è più fruibile, il campetto è inutilizzabile, mentre lo spaccio si è spostato di poche decine di metri). Il risultato di tutto questo è che il quartiere e i suoi abitanti hanno uno spazio pubblico in meno. Se lo spazio pubblico è il luogo che meglio rappresenta la società, la sua chiusura ci dimostra che chi ci amministra ha in mente una società di muri che rifiuta qualsiasi tentativo di convivenza, ignorando i bisogni dei suoi abitanti. Forse ci sono altre soluzioni che possono essere percorse, ad esempio costruendo percorsi e progetti con gli abitanti del quartiere e le associazioni che ci lavorano. Ma quale progettualità ci può essere se il Comune per le prossime elezioni di circoscrizione si è immaginato uno strumento che esclude dal voto i tanti migranti residenti in Ancona da anni? Un antico latino scrisse “hanno fatto un deserto e lo chiamano pace”, ora il Parco della Pace è veramente un deserto. Vogliamo che torni a vivere.” Ambasciata Dei Diritti Ancona.

Nessun commento: